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Le Borsa del mais apre al ribasso


L’esordio della campagna commerciale 2016/17 del mais risulta caratterizzato da un sensibile calo dei listini (-9,6% a ottobre rispetto a luglio), di riflesso all’incremento dell’offerta mondiale, che secondo recenti stime dell’ICG, potrebbe superare il record del 2014, grazie al recupero di USA, Brasile, UE e Ucraina.
È quanto si evince dal numero di novembre 2016 del report “Tendenze” di Ismea, relativo al mais e alla soia.

La produzione nazionale di mais si attesterebbe invece – sulla base dei dati provvisori dell’Istat – a 6,6 milioni di tonnellate, in significativa flessione (-6,7%) su base annua. Il calo dei raccolti è da imputare esclusivamente alla riduzione delle superfici investite, a fronte di un andamento positivo delle rese, grazie alle favorevoli condizioni meteoclimatiche.

Il calo della superficie coltivate a mais é dovuto al fatto che coltivatori sono molto delusi perché il mais non garantisce un reddito adeguato e perché il prezzo del mais nazionale, persino il migliore in termini sanitari, è quasi sempre ed immotivatamente inferiore a quello di provenienza extra Ue. I coltivatori sono anche preoccupati perché si sono trovati ad affrontare in questi ultimi anni un’altra serie di gravi difficoltà, come la limitazione delle conce, la comparsa della Diabrotica e la presenza di micotossine. L’Italia è il Paese europeo con il danno più alto da piralide: temperature notturne alte e umidità favoriscono l’insetto che è considerato tra i maggiori responsabili della contaminazione. Perforando le spighe del mais l’insetto offre la strada alla penetrazione delle muffe che producono le micotossine

Anche per la soia, si rileva un avvio di campagna all’insegna di prezzi in flessione ( -9,3% da luglio a ottobre 2016), come conseguenze delle stime di crescita dei raccolti mondiali e della buona consistenza delle scorte.

Nel nostro Paese, i raccolti di soia dovrebbero rimanere stabili nel 2016 a poco più di 1,1 milioni di tonnellate; dinamica frutto della crescita delle rese ad ettaro mentre le superfici hanno evidenziato un calo.

(Fonte: Cia Piemonte)