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Latte: “Il Piemonte torni all’indice storico”


La decisione degli industriali di non presentarsi al tavolo regionale del Piemonte per la trattativa sul nuovo prezzo del latte sembra aver ricompattato il fronte sindacale, che si era diviso sull’accordo Compral-Inalpi.
Secondo Coldiretti Piemonte, “il comportamento della parte industriale, che si era resa disponibile negli ultimi due anni a lavorare sul prezzo indicizzato con il coinvolgimento della Regione è un tentativo per cercare di tornare a formule e metodi di trattative medioevali che nel tempo spesso hanno generato forti tensioni e scontri”.
“Questo atteggiamento – dicono Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa presidente e direttore di Coldiretti Piemonte – rischia di essere un atto poco responsabile nei confronti delle imprese agricole vista l’innegabile difficoltà economica in cui versano a causa degli elevati costi di produzione. Il prezzo indicizzato, in particolare quello storico, rappresenta un punto fermo dettato dalla trasparenza di un meccanismo generato da dati inconfutabili che pone le imprese in condizioni di progettare la propria continuità operativa. Una trasparenza utile anche ai consumatori. Pertanto all’assessore chiediamo la pubblicazione dell’indice storico e alle industrie lattiero casearie piemontesi di applicarlo, dimostrando così con i fatti, la volontà di costruire un serio percorso di filiera”.
Il comportamento della parte industriale aggrava di fatto una situazione che si fa ogni giorno più difficile. Le cifre a cui si vende il latte sono in picchiata e tra i produttori cresce il malumore. «Il collasso finanziario degli allevamenti da latte – osserva Cia Piemonte – è tutt’altro che un’eventualità remota. Da tempo il prezzo del latte è al di sotto dei costi di produzione e ciò impedisce alle aziende una gestione economica della loro attività».
Gli allevatori, stretti fra crisi economica e boom dei costi, sono esasperati, anche perché, sempre secondo la Cia, “l’andamento del mercato dei prodotti lattiero-caseari è assolutamente favorevole a una corretta valorizzazione della produzione di latte piemontese”.
La Cia del Piemonte “invita gli industriali ad un’assunzione di responsabilità ed a tenere in considerazione le giuste rivendicazioni di una categoria che chiede solamente che le venga riconosciuto un prezzo equo, remunerativo dei costi di produzione. Stante il perdurare della situazione di grave sofferenza economica degli allevatori, è fondato il rischio che esplodano manifestazioni di protesta incontrollate. Un rischio che la Cia del Piemonte vorrebbe evitare, ma è necessario che le parti si siedano attorno ad un tavolo e cerchino di trovare una soluzione”.