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L’Asprofrut e gli “esodati” dell’articolo 62


Si potrebbero definire gli “esodati della frutta”. Sono quei produttori a cui lo Stato, pensando di far loro un favore, ha appena dedicato un provvedimento, il cosiddetto “articolo 62”, che dovrebbe consentire di incassare i pagamenti dei prodotti a 30 o a 60 giorni, a seconda se si tratti di alimenti deperibili o non deperibili, ma che non riguarda i rapporti tra soci all’interno delle stesse Organizzazioni di produttori, creando di fatto una nuova categoria di “indifesi”.
In un comparto dove i contratti non hanno mai avuto quasi nulla di certo, a cominciare dal prezzo di vendita per finire con il saldo delle fatture solitamente protratto di mesi, sulla carta l’azione del Governo sembrava una buona notizia. Ma alla prova pratica, le ambiguità della normativa rischiano di creare una situazione paradossale, con i produttori che invece di acquisire potere contrattuale, lo perdono.
ASPROFRUT, BANCO DI PROVA
Nel Cuneese, il principale banco di prova del provvedimento è l’Asprofrut, l’organizzazione di produttori più importante del territorio, della quale fanno parte anche molti commercianti della zona.
«L’azione legislativa è buona e auspicata da tempo – commenta il presidente dell’Asprofrut, Domenico Sacchetto -, bisogna però rimettere a punto gli accordi interprofessionali, soprattutto all’interno delle Organizzazioni di produttori. Va trovato l’equilibrio, perché è vero che la norma non è applicabile tra i soci delle OP, però tra queste e gli acquirenti commerciali sì, per cui occorre trovare tutti insieme la soluzione migliore per dare stabilità al sistema».
PRIMA DI TUTTO, IL BUON SENSO
Gli fa eco il presidente della Sezione produttori dell’Asprofrut, Francesco Bodrero di Fossano: «Stiamo elaborando i quesiti da rivolgere al Ministero – osserva -, perché la situazione non è chiara. C’è da capire cosa succede con l’estero, perché li la nostra legge non vale, per cui rischiamo di essere tagliati fuori dal mercato. Poi bisogna riformulare i patti tra produttori e magazzini, ragionando su prezzi e scadenze. La legge va calata nella realtà, usando il buon senso, perché le normative possono cambiare, ma il mercato rimane lo stesso».
Anche Andrea Quaglia, consigliere Asprofrut di Verzuolo, è convinto che “alla fine un accordo si troverà, perché l’interesse è di tutti”: «Del resto – aggiunge -, non si poteva pensare di andare avanti senza mai definire nemmeno i prezzi minimi dei prodotti».
Le ragioni dei commercianti, presi in contropiede dai nuovi obblighi di pagamento, par di capire non siano avversate a priori dai produttori, che si dimostrano collaborativi. Ma il punto di partenza, come rileva Claudio Quaranta, consigliere Asprofrut di Cuneo, è che “le regole devono valere per tutti”.