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L’abolizione dell’Imu unisce il mondo agricolo


Una scelta responsabile che riconosce il ruolo ambientale, sociale e culturale della nostra agricoltura che contribuisce a produrre quei beni comuni che il mercato non remunera. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare con grande soddisfazione la decisione del Governo sull’Imu agricola che avrebbe comportato un insostenibile onere di circa 700 milioni di euro alle imprese agricole per il 2013. Il Governo, nonostante le oggettive difficoltà che vive il Paese, ha mantenuto dunque l’ impegno assunto con determinazione dal Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo nel patto per l’agricoltura sottoscritto davanti ai 15mila agricoltori presenti all’Assemblea della Coldiretti lo scorso luglio, dimostrando – ha concluso Marini – di credere nell’agricoltura quale perno per una nuova stagione di crescita sostenibile del Paese.

MANTENUTI GLI IMPEGNI (PER ORA)
Il presidente della Cia di Cuneo, Roberto Damonte condivide pienamente il giudizio della Cia nazionale e di Agrinsieme (il Coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane) sulla decisione del Governo di abolire la prima rata dell’Imu 2013 e di cancellarla definitivamente per l’anno in corso. “Si tratta- ha rilevato il presidente Damonte – di una decisione che la Cia aveva sollecitato fin dall’inizio e che, si auspica, possa ora incoraggiare la ripresa e gli investimenti in agricoltura. E’ un risultato importante ottenuto grazie al fattivo impegno della Cia e di Agrinsieme, sviluppato con forza fin dal giugno dello scorso anno affinché si rivedesse un’imposta ingiusta e penalizzante che andava a colpire beni strumentali indispensabili per produrre reddito (terra, capannoni, magazzini, stalle, ecc..). Tra l’altro avevamo fatto notare al Governo l’aggravio dell’Imu per gli imprenditori agricoli, rispetto al gettito Ici e Irpef. Ben 366 milioni di euro (tra l’altro, ben al di sopra dei 210 milioni individuati dall’esecutivo) nel confronto 2012 con il 2011, una cifra insostenibile per un settore sempre più in difficoltà, che creava pesanti problemi alla gestione aziendale, con forti ostacoli alla crescita e alla produttività. Ed era per questa ragione che nei vari incontri il Governo era stato da noi sollecitato ad intervenire con decisione sulla materia, abolendo l’Imu. Ci fa piacere che l’intervento della Cia e di Agrinsieme nel recente incontro nazionale con il ministro Nunzia De Girolamo (che ne aveva fatto la priorità del suo incarico) abbia sortito questo positivo risultato, attribuendo al settore primario un ruolo strategico.
Ora il Governo sarà impegnato ad una revisione complessiva della tassazione immobiliare nel quadro della Legge di Stabilità: dal confronto necessario il settore si attende una linea coerente di valutazione delle proprie possibilità impositive per non ripercorrere quanto accaduto con l’Imu, tema oggi finalmente risolto, e con l’Ici che è stata fonte di forte sperequazione per la tassazione dei terreni agricoli”.