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La Babele europea sulle norme salutistiche


In un invito rivolto alle autorità di controllo nazionali apparso sulla stampa i giorni scorsi, la Commissione Europea ha dettato linee guida sui controlli su relativi alle indicazioni nutrizionali e salutistiche. Dopo la recente entrata in vigore della validità legale dei 222 messaggi salutistici e nutrizionali approvati (e quindi anche della sanzionabilità di quelli non approvati), permangono però ancora delle zone grigie nell’applicazione della nuova normativa.
Alcuni claim, fa presente Cldiretti, sono ancora in attesa di una valutazione finale. Tra questi, prodotti fitoterapici o di estratti botanici, e altre indicazioni nutrizionali generiche; si attende a breve un pronunciamento o della autorità alimentare europea (Efsa) o il giudizio della Commissione. Nel caso poi l’indicazione venga bocciata, la Commissione ha chiarito che nel giro di 6 mesi i produttori dovranno rimuovere l’indicazione dalle etichette e, più in generale, dalla promozione.
E’ stata poi richiesta la massima collaborazione agli Stati membri e alle rispettive autorità alimentari: queste – secondo la prassi ordinaria – sono tenute ad inoltrare all’Authority Europea eventuali indicazioni per le quali le imprese abbiano da poco fatto richiesta a livello nazionale. E quindi tutti i claim non ancora approvati legalmente e inseriti nel reg. 432/2012.
Ma la Commissione Europea ha anche fatto pressioni sugli Stati membri affinché forniscano informazioni sullo stato attuale dell’enforcement da parte delle autorità nazionali preposte al controllo della veridicità delle indicazioni. Attualmente, in Italia ancora non si sa se l’azione di controllo verrà fatta come fino ad oggi dall’Antitrust (che però si basava su pareri dell’Efsa) o da altri.
Ovviamente, osserva Coldiretti, non sarebbe auspicabile che a controllare la corretta applicazione dei claim sia chi ha avuto un ruolo nella loro valutazione (per quanto preliminare) a livello nazionale, configurando il solito irrisolto conflitto di interessi tra valutatori e gestori del rischio.
Intanto l’associazione dei consumatori europei (Beuc) ha espresso preoccupazioni sulla corretta e uniforme governance delle sanzioni nei vari Stati Membri. Ma quale è la situazione nei diversi Stati Ue? Alcune autorità di controllo consentiranno l’uso dei claim non autorizzati fino alla scadenza del termine “da consumarsi preferibilmente entro”, nonostante il divieto dovrebbe essere già applicato da venerdì scorso livello europeo.
Nel Regno Unito si stanno ancora chiarendo le idee su come comportarsi nel dettaglio (se ne occupa l’Association of Chief Trading Standards Officers). In Francia, ancora poche notizie sono trapelate da parte del Dipartimento che lavora per la protezione dei consumatori. In Germania, perdendo un’occasione rispetto alla farraginosità dimostrata dal sistema in occasione delle recenti crisi alimentari (diossina nella carne di maiale, E.Coli H.0154), si lascerà la responsabilità dei controlli a livello federale.
Intanto l’associazione dei consumatori europei ha espresso preoccupazione rispetto a una corretta e uniforme governance delle sanzioni nei vari Stati membri. Per l’Italia ancora poco si sa. Si rimane in attesa, sperando arrivi presto un chiarimento su chi andrà effettivamente ad applicare sul campo il sistema dei controlli.