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Inalpi non firma l’accordo sul latte


L’Inalpi di Moretta, azienda leader nel settore caseario provinciale e protagonista due anni fa dello storico accordo sul prezzo del latte legato alla filiera del polverizzatore, a luglio non ha più sottoscritto l’intesa tra le parti per il prezzo della materia prima alla stalla.
SI GUARDA A SETTEMBRE. Attenderà il prossimo tavolo di verifica, previsto per inizio settembre, auspicando che nel frattempo si trovi “una soluzione soddisfacente per tutti”.
«Pur non considerando la nuova formula la migliore adottabile per tutte le parti coinvolte – ha dichiarato Inalpi -, si impegna a valutarla e a proporre delle alternative».
L’obiettivo di Inalpi è di “adottare delle metodiche limpide che consentano a tutte le parti coinvolte una chiara lettura e conseguente piena comprensione dei contenuti, per garantire ai suoi fornitori la trasparenza che ha sempre contraddistinto le scelte
dell’azienda”.
Se mai ce ne fosse stato bisogno, la notizia ha ulteriormente surriscaldato l’estate del latte vaccino piemontese, creando evidenti tensioni e imbarazzi tra gli operatori del settore, a cominciare dai produttori, che già scontano la pesante congiuntura negativa del mercato.
Alla trattativa che ha siglato l’accordo regionale sul prezzo del latte hanno partecipato i rappresentanti delle Organizzazioni professionali agricole e degli industriali del tavolo per il prezzo indicizzato del Piemonte, con la mediazione dell’assessore regionale all’agricoltura, Claudio Sacchetto.
A MAGGIO 37 CENTESIMI. Il prezzo del latte alla stalla secondo il principio dell’indicizzazione, per il mese di maggio si avvicina ai 37 centesimi al litro con uno standard di grasso di 38 gr/litro e uno standard di proteine di 33 gr/litro. Le variazioni sono legate alla qualità del latte.
Dicono Paolo Odetti e Tonino Gai, produttori di latte e dirigenti di Coldiretti Piemonte che hanno partecipato alla trattativa su delega del presidente Paolo Rovellotti: «Abbiamo accettato l’inserimento di un ulteriore sistema di equilibrio suggerito dal professore Daniele Rama dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza che smussa i picchi in alto ed in basso delle quotazioni dei vari prodotti poiché le oscillazioni del prezzo sono il frutto di un mercato
nazionale ed internazionale poco effervescente sia per i latticini che la polvere di latte. Non possiamo ritenerci soddisfatti perché se il mercato dei trasformati non tira, i costi di produzione in agricoltura sono in costante aumento per cui in questi mesi stiamo nuovamente producendo in perdita. Ciò nonostante in questa fase è importante evidenziare la continuità del progetto prezzo latte indicizzato nella Regione Piemonte».
UN SISTEMA A RISCHIO. Se il sistema dell’indicizzazione è salvo, restano evidenti le incognite sulle scelte degli allevatori. Molto dipenderà dall’andamento del mercato in autunno. In ogni caso, la partita torna a rischio, soprattutto per i produttori.