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Il vino italiano si beve soprattutto all’estero


Il vino italiano si beve ormai soprattutto all’estero. Un dato che si afferma nel 2012 dopo che nel 2011 consumo interno ed export erano in sostanziale pareggio. I produttori di casa nostra vedono nell’export, in continua crescita – siamo primi a livello mondiale per quantità – l’unica alternativa alla stagnazione delle vendite sul mercato domestico, penalizzato dalla crisi economica.
“Il consumo quotidiano di vino in Italia – informa il direttore della Cia di Cuneo, Igor Varrone – diminuisce costantemente, anche se con nuove tendenze, sempre più legate ai riti della vita moderna, al glamour e alla cultura. Il calo dei consumi interni ci ha portato nel 2012, secondo i dati OIV l’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino, a 37,2 litri pro capite all’anno, con una riduzione del 14% dal 2008.
I fattori che hanno contribuito a questa diminuzione sono vari: la crisi ha sicuramente inferto un durissimo colpo alla domanda nei ristoranti, ma a questa si aggiungono come ulteriore deterrente le severe leggi in materia di limiti alcolici consentiti. Poi, più in generale, gli italiani bevono meno a tavola per ragioni legate alla salute e alla dieta.
Se nelle classiche occasioni del pranzo e della cena si beve sempre meno vino, è l’aperitivo a trainare i consumi: da solo o mixato in cocktail, con un posto d’onore per le bollicine”.