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Il saldo dell’Imu sta uccidendo le aziende


Nell’incontro di Giunta della CIA – Confederazione Italiana Agricoltori di Cuneo – svoltosi la settimana scorsa a Cuneo, tra gli altri argomenti è stato affrontato quello dell’IMU. Il presidente provinciale Roberto Damonte, fortemente preoccupato per una situazione che sta precipitando ogni giorno di più, ha rilevato: “Nell’effettuare il calcolo dell’Imu per i nostri associati rileviamo che il saldo che vanno a pagare è più pesante del previsto. Molti agricoltori e, soprattutto, molti pensionati si trovano a versare somme rilevanti, di centinaia di euro, assolutamente sproporzionate al valore dell’immobile, per lo più fabbricati di abitazione tutt’altro che lussuosi o non rapportate all’entità della modestissima pensione. Ora davanti ai dati che registrano un aumento delle entrate dell’Imu la Cia di Cuneo non può certo gioire. Questa crescita può soddisfare il governo che fa ‘cassa’, ma non l’economia reale, come l’agricoltura, che va sempre peggio, e neanche le famiglie che, in questa difficile congiuntura, continuano a tagliare i consumi. Con una disoccupazione a livelli record lo scenario rischia di assumere contorni veramente drammatici. Si sta creando un ‘mix’ estremamente pericoloso che rischia di esplodere in maniera dirompente. Con il risultato di vedere chiudere migliaia di aziende, anche nel settore agricolo.
“In varie occasioni – ha rilevato Damonte- abbiamo sostenuto che la linea di rigore in questo particolare frangente è opportuna. Questo, però, non vuole dire che le politiche vanno basate unicamente sui tagli e sull’inasprimento fiscale per imprese e famiglie. L’Imu si sta dimostrando un’imposizione gravosa e in moltissimi casi ingiusta. Un esempio su tutti: la tassazione di beni strumentali, quindi indispensabili per il lavoro, come i fabbricati rurali e i terreni agricoli. Il gettito che si sta registrando rimpinguerà certo le casse dello Stato, ma sta mettendo in crisi un intero sistema produttivo e aggraverà ulteriormente i bilanci delle famiglie”.
“C’è l’urgenza – ha concluso Damonte -di mettere in moto politiche nuove che, pur rispettando il rigore nei conti pubblici come richiesto dall’Ue, consentano al mondo imprenditoriale, compresa l’agricoltura, di riprendere a produrre, a creare occasioni di lavoro, a rilanciare la competitività sui mercati”.

(nella foto: Roberto Damonte)