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Il piano nazionale sull’agricoltura biologica


“La Cia è stata sostenitrice fin dalla sua nascita dell’importanza dell’agricoltura biologica – dichiara Silvio Chionetti, vicedirettore della Cia di Cuneo -. In più occasioni abbiamo ribadito che il futuro dell’agricoltura sta in due declinazioni: biologico e multifunzionalità e che essi rappresentano i due pilastri del modello agricolo su cui la Cia fonda il modello di sviluppo sostenibile del settore primario. L’associazione della Cia che si interessa del comparto biologico è l’Anabio per la quale il biologico è la priorità strategica dello sviluppo sostenibile dell’agricoltura. Le imprese bio sono quelle maggiormente innovative, impegnate nella tutela della biodiversità, sono quelle che producono il maggior valore aggiunto ma sono anche quelle più orientate alla multifunzionalità e dove si realizza una alleanza di valori tra produttore e consumatore. E’ il modello di agricoltura a cui guardiamo ma che ha bisogno anche di strumenti per crescere. D’altra parte il ‘bio’ non è più una nicchia, ma è uscito definitivamente dalle ‘mode’ per diventare una vera abitudine di spesa, come dimostrano i dati sui consumi domestici che fanno continuamente registrare segni positivi con un fatturato che supera i 2 miliardi di euro all’anno”.
In questi giorni è stato approvato in Conferenza Stato Regioni il Piano Strategico nazionale del biologico. Esso prevede dieci azioni:

1- BIOLOGICO NEI PIANI DI SVILUPPO RURALE
Uniformare le modalità di applicazione della misura di sostegno all’agricoltura bio prevista dai PSR tra le diverse Regioni italiane. Indirizzare a favore del settore anche altre azioni previste dai PSR. Particolare attenzione viene data alla formazione specifica per diffondere l’approccio agro-ecologico.

2 -POLITICHE DI FILIERA
Favorire l’aggregazione del mondo della produzione e le relazioni stabili con gli altri attori del comparto, trasformazione, distribuzione e commercio attraverso la realizzazione di specifiche forme associative.

3- BIOLOGICO MADE IN ITALY E COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE
Valutare l’opportunità dell’introduzione di un segno distintivo e promuovere il bio Made in Italy attraverso il piano di internazionalizzazione dell’agro-alimentare. Sviluppare campagne di informazione specifiche per l’agricoltura biologica, utilizzando anche il web.

4 – BIOLOGICO E GREEN PUBLIC PROCUREMENT
Stimolare l’utilizzo dei prodotti biologici nella ristorazione ospedaliera e nelle mense scolastiche, e l’applicazione del metodo biologico anche nella gestione del verde delle aree pubbliche.

5 – SEMPLIFICAZIONE DELLA NORMATIVA SUL BIOLOGICO
Favorire la semplificazione della normativa di settore, anche sulla base delle novità legislative Ue, attraverso il coinvolgimento delle Amministrazioni regionali.

6 – FORMAZIONE, INFORMAZIONE E TRASPARENZA
Istituzione di percorsi formativi sull’agricoltura biologica in ambito universitario e corsi di aggiornamento per i docenti anche nelle scuole superiori. Rafforzamento dei servizi del SINAB per migliorare la disponibilità di informazioni relative al settore.

7 – BIOLOGICO PAPER LESS – INFORMATIZZAZIONE
Sviluppare il SIB – Sistema di Informazione del Biologico, in linea con quanto previsto dal Piano Agricoltura 2.0, per favorire la connessione con le altre banche dati utili per il settore con l’obiettivo di semplificare le procedure a carico degli operatori.

8 – REVISIONE NORMATIVA SUI CONTROLLI (D.LGS 220/95)
Migliorare l’efficacia del sistema di controllo e certificazione in Italia a garanzia delle imprese biologiche e dei consumatori.

9 – CONTROLLO ALLE IMPORTAZIONI
Intensificare le attività di controllo e certificazione del prodotto biologico in entrata da paesi terzi anche con un maggiore coinvolgimento delle Dogane e con l’utilizzo di strumenti informatici evoluti per favorire un rapido scambio di informazioni.

10 – PIANO PER LA RICERCA E L’INNOVAZIONE IN AGRICOLTURA BIOLOGICA
Predisposizione di un piano nazionale per la ricerca e l’innovazione in agricoltura biologica. Costituzione di un comitato permanente di coordinamento per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica, con gli enti vigilati dal Mipaaf, ed il coinvolgimento delle Regioni e delle rappresentanze del settore.

“La Cia di Cuneo – conclude il vicedirettore provinciale – ha sempre sostenuto che dal biologico viene la spinta all’alleanza produttori consumatori, ma anche produttori-cittadini perché dalle aziende bio dipende in larga misura la tutela ambientale (anche in termini di protezione rispetto alla fragilità dei territori) lo sviluppo di fonti di energia rinnovabili, la perpetuazione dei saperi artigiani, la protezione e promozione dei biosistemi, la valorizzazione dei territori”.