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Il nostro mais pagato meno di quello ogm estero


Il mais occupa un ruolo di rilievo nell’agricoltura piemontese. In termini di superficie rappresenta una delle colture di maggiore diffusione, circa 150.000 ettari. Il supercaldo e la siccità di queste settimane fanno temere per il prossimo raccolto, ma la maggior parte dei coltivatori si è munita di sistemi moderni per l’irrigazione e quindi il danno dovrebbe essere contenuto. Il sistema idrico riesce per ora a sopportare il flusso, anche se in alcune zone gli agricoltori hanno cominciato ad attingere dalle falde sotterrane.
Irrigare rappresenta pero’ un costo aggiuntivo per i maidicoltori.
La maggiore estensione della coltura riguarda la produzione di granella, destinata all’industria mangimistica, ma anche materia prima per l’industria amidiera (food, feed, farmaci, chimica, tessile, plastiche, ecc.) e per l’industria molitoria. Anche la produzione foraggera ha una grande importanza. Il mais foraggero (o ceroso) entra, infatti, nel ciclo produttivo dell’allevamento zootecnico.
Il mais che viene prodotto in Piemonte è di ottima qualità e sicuro. E’ supercontrollato, ma viene pagato 18-20 euro/ton in meno rispetto al mais ogm importato dall’estero, con buona pace di chi continua a sostenere che non dobbiamo coltivare mais ogm perché non ci conviene!
A questo proposito, poiché l’Unione Europea ha lasciato agli Stati membri la facoltà di decidere in materia di ogm, ci aspettiamo coerenza da parte del Governo. Non é coerente vietare la semina di piante migliorate geneticamente, addirittura continuare a vietare la ricerca universitaria pubblica finalizzata al miglioramento genetico delle piante utilizzando tecniche d’ingegneria genetica e nel contempo permettere l’utilizzo libero di farine ottenute da mais o soia ogm.
Occorre attivare con urgenza alcune misure concrete a difesa della nostra produzione maidicola che si possono riassumere in quattro punti:
a) la quotazione del mais nazionale ogm free nelle borse merci deve essere specifica e separata da quella del mais biotech;
b) i disciplinari di produzione dei prodotti dop ed igp devono prevedere il divieto assoluto di utilizzo nella fasi di allevamento di mangimi ogm;
c) va contingentata la vendita sul territorio italiano di granella e mangimi contenenti ogm;
d) i marchi della grande distribuzione non devono poter utilizzare in fase di pubblicità e promozione i termini “liberi da ogm” se cio’ non risulti tracciato specificatamente.
Si tratta di misure estreme, ma necessarie per salvare la maidicoltura italiana. Il mais è il cereale d’elezione nella zootecnia moderna, da cui dipende non solo la produzione di importanti alimenti di base, quali la carne e il latte, ma anche di molti importanti prodotti trasformati che sono l’orgoglio del made in Italy.

Lodovico Actis Perinetto – presidente Cia Piemonte