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Il Decreto Dignità abolisce lo “spesometro” per le aziende agricole in regime di esonero dalle scritture contabili


Il decreto dignità è un insieme di disposizioni legislative che ha fatto tanto parlare di sé e discutere ultimamente, specie con riferimento ad alcuni punti chiave che esso ha introdotto nell’ordinamento italiano ed alle conseguenze per le imprese sul piano organizzativo ed economico.

In questa sede, si intende analizzare il decreto dignità nell’ottica delle conseguenze che esso ha apportato per le aziende del settore agricolo.

Innanzitutto, è bene precisare che il decreto dignità è stato convertito, con modificazioni, con la Legge 9 agosto 2018, numero 96. In sede di conversione, le modifiche apportate al testo originario del decreto in questione sono state numerose. Tra le tante, spicca quella che prevede che, con decorrenza 1 gennaio 2018, sono esonerati dalla comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute i soggetti passivi di cui all’articolo 34, comma 6 del DPR 633/72. Per farla breve, il testo prevede l’esonero dall’obbligo della comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute (anche noto come “nuovo spesometro”) per le aziende agricole in regime di esonero dalle scritture contabili.

Le aziende agricole esonerate dalla tenuta delle scritture contabili sono quelle che hanno avuto un fatturato, nell’anno precedente, inferiore ai 7.000 euro, costituito per almeno 2/3 da cessioni di prodotti agricoli e hanno i requisiti per avvalersi della possibilità di non tenere una contabilità in modo completo.

Fino all’anno scorso, per questi soggetti sussisteva l’obbligo di comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute, salvo per le aziende in zona montana.

Da quest’anno, con la conversione del decreto dignità, le aziende in regime di esonero non sono più tenute a tale adempimento fiscale a prescindere dalla loro localizzazione in zona montana o meno.

Si tratta di un intervento legislativo volto alla semplificazione e pensato per quelle realtà aziendali che, tendenzialmente, sono più piccole. Snellire il carico burocratico di queste aziende può essere un fattore positivo, in quanto si semplifica la gestione di piccole realtà che, peraltro, sono abbastanza numerose nel nostro contesto.

Non resta, ora, che attendere eventuali ulteriori chiarimenti che potrebbero essere prospettati dall’Agenzia delle Entrate, trattandosi di novità in materia fiscale.

 

Angelo Pasero, Agrieuro (Savigliano)