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Il canto della vigna annuncia la salvezza


Solo… seduto nella cappella del convento, con davanti la Bibbia, capitolo quinto di Isaia: “Il canto della vigna”…
“Il mio amico aveva una vigna su fertile collina, vangata, ripulita dai rovi (come la mia quand’ ero bambino) sperava che facesse bei grappoli, ma produsse solo uva selvatica…”
Quella vigna siamo noi, da sempre arricchiti, ogni anno, dei doni natalizi, anzi del dono per eccellenza, del Divin Bambino.
Continuo a leggere: “Sperava che facesse bei grappoli, invece…” Ma guardiamoci intorno: guerre, rivalità, ingiustizie, prepotenza, violenza, un consumo sfacciato di fronte alla miseria di tanti. Basta aggirarsi per qualche città… Mi vedo Torino in festa: luci, colori, alberi, suoni e tanta frenesia di offerte pubblicitarie per una vita facile e gaudente.
Ma, ahimè, il Libro si fa minaccioso:
“Guai a voi che chiamate bene il male e male il bene! Guai a chi comincia a bere di prima mattina e si ubriaca fino a tarda sera. E vino e musica ai loro banchetti… e non vedono il Bambino povero che passa anche in questo Natale… Guai a voi che continuate a comprare palazzi e terreni, e non lasciate un pezzo di terra a nessuno, diventando gli unici padroni del paese.
La fantasia mi riporta alle mie Langhe povere e spopolate. Mi rivedo a camminare solo, per i boschi, quando per incanto, mi si apre davanti una radura, un cucuzzolo tutto sterpi, erbacce e pruni, qualche pianta di pesco rachitica senza frutti, qualche tralcio strisciante tra le spine. Lì c’era la vigna di mio nonno. Ora è la vigna dell’amico del profeta Isaia! Non è stato il castigo del Buon Dio a ridurla in quello stato ma l’avidità degli uomini e l’attrattiva della città, il bisogno di lavoro che ha spopolato questi luoghi dei suoi sobri, umili abitanti, che ora in città col benessere hanno perso la pace.
Natale? Ma cos’è? C’è ancora? Il Natale dell’atteso delle genti non si vede più. Al mio pessimismo risponde però la Bibbia, in cui ancora credo: “Il Signore viene e porterà la pace a chi ancora la cerca”.
Il più bel dono di Natale? La fiducia in una ripresa d’amore per un domani ancora migliore ”

(da: “Briciole di vita” – Ed. Francescane di padre Roberto Accamo)