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Il Brachetto d’Acqui Docg nel 2018 ha perso 460.000 bottiglie, Coldiretti torna a sollecitare il Consorzio per cambiare marcia


Ha il segno meno l’anno 2018 per il Brachetto d’Acqui Docg: si sono vendute, infatti, 460.000 bottiglie in meno. Alla luce di questo scenario, il Consorzio di Tutela del Brachetto d’Acqui Docg non può più rimanere in silenzio.

“In Piemonte si coltivano circa 1000 ettari di Brachetto – spiega Marco Reggio presidente di Coldiretti Asti con delega regionale al settore vitivinicolo -. Il Consorzio non può far finta di nulla: è necessario si attivi concretamente per ridare fiducia e slancio al comparto”.

Tra i compiti del Consorzio, effettivamente, ci sono proprio la valorizzazione e la promozione, come si evince dal suo stesso sito web: «azioni di promozione mirate alla crescita della visibilità di un marchio simbolo del Made in Italy»

“Ci chiediamo quali strategie, quindi, abbia messo in atto il Consorzio fino ad ora per evitare questa crisi – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale – se non richiedere ancora una volta ai viticoltori stessi di finanziare un piano promozionale cosa, appunto, che si è permesso di fare già in passato. E’ insostenibile: servono un progetto concreto e dei programmi ben chiari per valorizzare questa Docg anche oltre i confini nazionali e per supportare quelle aziende che, oltretutto, hanno investito risorse, in questi anni, in modo autonomo al fine di cercare nuovi sbocchi e promozionare un prodotto di elevata qualità che identifica un territorio ricco di storia. Solo una visione d’insieme lungimirante può portare ad un’immediata inversione di tendenza, necessaria per far sì che nell’anno in corso non si ripeta il trend negativo dello scorso”.