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Il 2017 è l’anno nero del miele


L’anno 2017 sarà un anno da dimenticare per la produzione di miele, con il raccolto ai minimi storici e in alcuni territori quasi allo zero. In totale l’Italia conta 45.000 apicoltori, di cui quasi 20.000 quelli che lo fanno non per diletto e autoconsumo, ma per immettere miele e prodotti apistici sul mercato.

L’apicoltura rappresenta un settore importante per l’agricoltura, con 1,2 milioni di alveari, un valore stimato di 150-170 milioni di euro. Situazione che si rispecchia in Piemonte dove le gelate avvenute tra il 18 e 21 aprile scorsi hanno compromesso notevolmente la fioritura dell’acacia e la siccità estiva ha di fatto annullato la produzione della melata, un miele estivo che viene commercializzato come melata di bosco. Si salvano parzialmente le produzioni di inizio stagione quali il ciliegio ed il tarassaco la cui fioritura, però, è stata poi fermata dal gelo.

“Registriamo per l’annata in corso una riduzione addirittura del 70 per cento – evidenziano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale –. Le condizioni climatiche hanno danneggiato, in particolare, l’acacia che è il miele più richiesto dal mercato nazionale. Discrete le produzioni di castagno e fioriture di montagna come millefiori di alta montagna e rododendro, ma non sufficienti a salvare una stagione davvero critica”.

Il perdurare della siccità, oltretutto, mette a rischio la fioritura autunnale dell’edera che è importante per preparare l’alveare ad affrontare l’inverno.

“Tale sconvolgimento climatico, oltretutto, sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle api alle quali viene meno il nettare dei fiori e, soprattutto, il polline creando, così, problematiche alle colture ed alle specie vegetali selvatiche che vengono proprio impollinate da questi insetti – spiegano Revelli e Rivarossa -; un danno, quindi, non solo agli apicoltori, ma anche all’ambiente. Chiediamo, dunque, alla Regione di prevedere misure idonee e contributi per sopperire alle perdite reddituali degli imprenditori fortemente danneggiati. Inoltre, poiché il miele sugli scaffali scarseggerà e si ricorrerà all’importazione – concludono – invitiamo i consumatori a prestare attenzione all’etichetta, visto che l’indicazione d’origine è obbligatoria per il miele, al fine di non incorrere in frodi. Il consiglio è quello, quindi, di acquistare il miele italiano, privilegiando la vendita diretta e la rete dei mercati di Campagna Amica”.