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I sassolini del presidente di Fedagri Piemonte


Politiche sindacali, Pac, articolo 62… Mario Tommaso Abrate, presidente Fedagri Piemonte, nonché presidente della cooperativa Piemonte latte, in margine all’ultima assemblea annuale di Confocooperative Cuneo, svoltasi appunto in “casa propria”, risponde alle domande più scottanti dell’attualità agricola, non risparmiando niente a nessuno.
DIECI SAGGI
Si comincia con le ultime notizie nazionali: «I “dieci saggi” che hanno proposto l’abolizione delle Commissioni agricoltura alla Camera e al Senato – commenta Abrate – non sanno in che mondo sono stati precipitati. Bisognerebbe informarli che l’agroalimentare in Italia ormai conta più della moda. E’ gravissimo che al vertice dello Stato non se ne rendano conto».
COLDIRETTI INGRATA
Ma ben presto la lingua va a battere dove duole il dente della Coldiretti, promotrice della Ue-coop, la nuova centrale cooperativa in concorrenza con Confcooperative: «E’ un colpo al cuore! Ci hanno provato con Unci-Coldiretti e adesso tornano alla carica con questa nuova aggressione. In Fedagri i soci Coldiretti sono l’ottanta per cento – osserva Abrate -, mi domando come mai non si facciano portatori delle loro istanze nelle istituzioni di cui fanno parte. Invece di unire, come peraltro si sta facendo con Agrinsieme, che non vuol dire portare il cervello all’ammasso, ma semplicemente contare di più, dividono».
PAC DECISIVA
Il discorso si allarga all’Europa: «Capisco che il commissario europeo all’agricoltura, Dacian Ciolos, coltivi ambizioni da premier nel suo paese, la Romania, ma in Europa dovrebbe tener conto che l’orizzonte è mondiale. Se la sua proposta di Pac ha totalizzato 7.500 emendamenti, vuol dire che qualcosa non va, o no? L’Italia agricola è prigioniera di norme rigidissime, che purtroppo non valgono per tutti. La nuova Pac rischia di darle il colpo finale. Mi auguro che vengano confermati i tagli alle estremità dei premi massimi e minimi, perché non è giusto che si viva di rendita con i soldi della Pac, così come è inutile sprecare risorse dove l’intervento viene eroso per la maggior parte dagli uffici che ne istruiscono le pratiche burocratiche».
ARTICOLO 62
Se i ritardi nei pagamenti sono una delle componenti più dolorose della crisi, il dibattito sull’articolo 62, che dovrebbe appunto garantire tempi certi nelle riscossioni dei crediti, non aiuta a comprendere in che direzione si stia andando. I pareri sono discordanti, tanto che non è chiaro se la nuova norma sia un vantaggio, oppure un problema: «L’articolo 62 – rileva Abrate – è nato per far bene, ma ha finito per far male, perché costringe le cooperative ad adeguarsi a regole che configgono con quelle dei loro statuti. Di fatto la nuova norma al momento non è integralmente applicabile».
INALPI-FERRERO
Sul fronte del latte, l’attenzione è al contratto di filiera Inalpi-Compral-Ferrero, un’esperienza che non ha mancato di alimentare il dibattito del settore, soprattutto per l’introduzione del prezzo indicizzato: «L’esperimento è nato qui, in Piemonte latte, dopo di che le note vicende giudiziarie di cui siamo stati vittime, ci hanno impedito di portalo avanti. La Compral per noi non è un concorrente, perché opera con un cliente unico, così come l’indicizzazione del prezzo del latte si basa solo in minima parte sulla quotazione della polvere di latte. Il rapporto che nell’indicizzazione conta di più, in realtà, è quello con il valore dei formaggi italiani, dei formaggi europei e dei costi di produzione».

(nella foto: Mario Tommaso Abrate)