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I margari sul “refresh” “Non dobbiamo pagare noi”


L’argomento più dibattuto al convegno sulla difesa dei margari, organizzato dall’Adialpi venerdì 25 gennaio a Saluzzo, ha riguardato senza dubbio le incertezze e i ritardi nel pagamento del saldo della Domanda Unica.
Sono 5 mila su 36 mila le aziende che attendono il completarsi dell’iter burocratico di assegnazione dei fondi legati alla controversa foto-interpretazione aerea (refresh) sulla destinazione dei terreni. In molti casi sarebbero state riscontrate delle anomalie tra quanto risulta sulla carta e la reale situazione in campo (in montagna, ad esempio, non vengono conteggiate al fine dei contributi le aree pietrose o troppo pendenti, che vanno quindi scorporate dalla superficie aziendale). Si potrebbe verificare la riduzione, fino all’annullamento, di taluni contributi richiesti.
«La follia è la retroattività del provvedimento – ha attaccato il presidente della Comunità montana valle Maira, Roberto Colombero -, molte aziende che hanno confidato nei soldi della Domanda Unica, venendo meno il contributo per il 2012 potrebbero fallire. Dicono che la colpa non è della Regione, né di Arpea. Non sappiamo chi ha sbagliato, ma una cosa è certa, il conto finale lo pagano i margari».
Se le foto aeree delle precedenti rilevazioni non hanno registrato nulla da scorporare, si domandano i margari, perché oggi si dovrebbe credere alle nuove immagini? Se le foto non erano precise, la colpa non è dei margari, quindi non è giusto che siano loro a pagare.
Colombero ha proposto che sia la Regione a farsi carico del problema, istituendo un fondo assicurativo che risarcisca chi eventualmente subirà un danno dalla mancata erogazione del contributo previsto.
«Dobbiamo interpretare le foto aeree come vuole Bruxelles – ha osservato Giancarlo Sironi, direttore di Arpea, l’ente pagatore della Regione -, ma l’obiettivo rimane saldare il riconteggio del dovuto entro la regolare scadenza di giugno».
L’assessore regionale all’agricoltura, Claudio Sacchetto, ha invitato a “non fasciarsi la testa prima del tempo”: «Non si sa ancora se e quali saranno i tagli ai contributi, le foto aeree sono in fase di elaborazione, particella per particella. Non si può generalizzare, ogni caso vale per sé».
Sacchetto ha anche precisato che, in realtà, “non c’è nessun ritardo nei pagamenti”: «Semmai siamo in anticipo di sei mesi, perché l’86 per cento delle aziende ha avuto tutti i soldi entro dicembre, anziché giugno, così come non ci sarà “retroattività” del provvedimento, che si applicherà soltanto sull’annata in corso e non su quelle precedenti».

(nella foto: l’intervento di Roberto Colombero)