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Grano, latte, carne, soia… salgono le importazioni!


Il grano duro italiano copre solo il 65% del fabbisogno. Occorre importare grano duro da Paesi come Canada, Stati Uniti, Sudamerica e Ucraina. Anche per il grano tenero vale la stessa cosa poiché il prodotto interno copre solo il 38% di ciò che richiede il settore. Importiamo il 90% della soia che ci serve. Quest’anno si prevede che l’Italia coprirà il 50% del proprio fabbisogno di mais comprandolo all’estero (vent’anni fa eravamo autosufficienti). Non cambia la situazione per altre categorie merceologiche: le carni bovine italiane rappresentano il 76% dei consumi e per il latte si scende addirittura al 44%.

ECCESSO DI IMPORTAZIONI

La provenienza di materie prime dall’estero non è sinonimo necessariamente di scarsa qualità: la sicurezza dipende dai controlli e dal rispetto delle regole. Tuttavia l’eccesso di importazioni non può non preoccupare, anche perché la situazione va peggiorando di anno in anno. Ed é una situazione che incide sempre più pesantemente sulla nostra bilancia dei pagamenti.

L’Italia sta diventando un imbuto in cui mezzo mondo infila le materie prime, che sono in molti casi alla base dei nostri prodotti tipici e di qualità.

PRODUZIONI MASSIVE

Eppure di fronte a questa situazione c’è chi insiste nella criminalizzazione delle produzioni cosiddette massive, che sono in molti casi alla base dei nostri prodotti tipici e di qualità, conosciuti in tutto il mondo. Dalla pasta, ai salumi, ai formaggi. In carenza di materie prime “nostrane”, siamo costretti ad importarle perché ci sono necessarie. Non ne possiamo fare a meno.

Se non si invertirà la tendenza, finirà con l’avere poco senso la ricerca degli alimenti fatti solo con materie prime italiane. Le categorie merceologiche dove siamo autosufficienti sono sempre di meno.

ORIGINE DELLE MATERIE PRIME

Da questa situazione si esce sostenendo la ricerca e l’innovazione tecnologica in agricoltura per incrementare la produttività e garantendo prezzi adeguati ai prodotti agricoli nazionali in modo che gli agricoltori siano incentivati a produrli. Un grande aiuto alle produzioni nazionali di cereali, latte, carne ecc. potrebbe venire dall’introduzione dell’obbligo dell’indicazione d’origine delle materie prima sulle etichette degli alimenti, così che le aziende alimentari siano costrette a preferire le materie prime nazionali se intendono esitare sul mercato prodotti “italiani”.

(Fonte: Cia Piemonte)