Sezioni


Glifosato, l’Europa rinnova la concessione per altri cinque anni


I paesi Ue riuniti in Comitato d’appello hanno votato a favore del rinnovo dell’autorizzazione del glifosato per cinque anni. A favore si sono espressi 18 paesi, 9 contrari, 1 astenuto. Il Copa-Cogeca, organizzazione ombrello dei sindacati agricoli e delle cooperative europee, aveva scritto una lettera al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, chiedendo che l’Esecutivo Ue proponesse il rinnovo dell’autorizzazione del glifosato per quindici anni, come da prassi. Non é andata cosi, ma almeno si potrà continuare ad usare il glifosato e ci sono cinque anni per approfondire la materia.

Per la sua efficacia il glifosato è stato accolto positivamente dagli agricoltori, tanto da essere ancora oggi uno degli erbicidi più utilizzati. Vietare il glifosato sarebbe costato caro perché è un agrofarmaco generico fuori brevetto che sarebbe stato sostituito da altri diserbanti molto più costosi, mettendo in difficoltà le aziende agricole.

In questi mesi la molecola del glifosato è stata soggetta a un rigoroso processo di valutazione da parte di diverse autorità europee.  L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (European Chemical Agency (ECHA) ha concluso che non ci sono prove scientifiche per classificare il glifosato come cancerogeno. La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha recentemente comunicato che il glifosato non è un interferente endocrino.

“Ovviamente – commenta Lodovico Actis Perinetto, presidente Cia Piemonte – ci sarà chi contesterà la decisione del Comitato d’appello – presa tenendo conto del parere espresso dai massimi organismi scientifici europei – ricorrendo, in mancanza di argomenti scientifici veri, al solito trucco di accusare gli scienziati dell’Echa e dell’Efsa di essere al soldo di potenti lobby e di nascondere verità inconfessabili.

La variopinta coalizione Stop Glifosato riproporrà il parere dello Iarc che ha inserito il glifosato tra le sostanze “probabilmente cancerogene”, ovvero nella categoria 2A, insieme alla carne rossa. Nella massima categoria di rischio, la categoria 1, sono inseriti gli insaccati e le bevande alcoliche. Se lo Iarc attacca la bistecca di bovino di razza Piemontese, il Salame Piemonte igp o la Barbera d’Asti, allora non è credibile, se attacca il glifosato sì”.

“Siamo ormai invasi – commenta il presidente della Cia piemontese -, più che da sostanze tossiche, da un dibattito tossico su tutte le più importanti questioni scientifiche, dalle biotecnologie ai vaccini, sulle quali ormai il parere dei tuttologi in servizio permanente effettivo conta di più di quello degli scienziati e tutti si sentono autorizzati ad esprimersi, compresi quelli che non saprebbero rispondere alla domanda di quanto fa sette per otto. In questa situazione è sempre più difficile giungere a una verità scientifica condivisa. A Piero Angela, padre di “Quark” si attribuisce una battuta fulminante: “La velocità della luce non si decide per alzata di mano”. Invece ormai su quasi tutte le questioni scientifiche si decide per alzata di mano, o meglio per numero di click ed i politici sono più attenti a quanti mani sono alzate o al numero dei click piuttosto che al parere degli scienziati. Nel caso del glifosato, fortunatamente, i politici hanno preso la loro decisione utilizzando il buon senso e non sulla base di quante erano le mani alzate o il numero dei click”.