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Glifosate, non solo non è dannoso, ma…


“Nel caso non dovesse essere confermata l’autorizzazione sul glifosate, le aziende agricole verrebbero private di uno strumento indispensabile per il loro lavoro, rendendole meno competitive rispetto alle aziende di Paesi extra UE. Il glifosate, in agricoltura, contribuisce al controllo delle infestanti in maniera efficiente e il suo divieto farebbe lievitare i costi di gestione per le aziende agricole italiane rendendole pertanto non più competitive. E ciò non solo dal punto di vista economico, ma anche ambientale, visto che il glifosate è utilizzato nelle tecniche di agricoltura conservativa (semina diretta, minima lavorazione, ecc.), apportando benefici come la diminuzione delle emissioni di CO2, una minor erosione del suolo, un maggior contenuto di sostanza organica, trattenendo maggiormente l’acqua nel suolo e aumentando le capacità di stoccaggio del carbonio”.

Così Confagricoltura Cuneo interviene nel dibattito che sta suscitando l’impasse sul rinnovo per 18 mesi dell’autorizzazione all’uso dell’erbicida più utilizzato al mondo.
Alla base, infatti, c’è l’opposizione all’utilizzo portata avanti da parte di alcuni stati membri dell’Ue, tra cui anche l’Italia, convinti che il prodotto fitosanitario costituisca un probabile pericolo per l’uomo e che di conseguenza vada ridotto. Valutazioni dubbie perché basate solo sul parere dell’International Agency for Research on Cancer (IARC) che ha analizzato il glifosate e i formulati che lo contengono raggruppandoli, senza tener conto della composizione e senza considerare gli studi di altre istituzioni scientifiche che sono pervenute a conclusioni diverse. L’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare con sede a Parma, infatti, dopo aver revisionato oltre 800 studi e dati sul glifosate, incluso la ricerca dello Iarc, ha concluso che è improbabile che la sostanza presenti una minaccia per l’uomo. Oltre alle rigide regole circa l’utilizzo dei fitofarmaci già in vigore, l’Efsa ha proposto nuovi livelli di sicurezza che renderanno più severo il controllo dei residui negli alimenti.
Anche un successivo studio congiunto di Fao e Oms ha concluso che il glifosate non ha effetti genotossici; l’analisi si è concentrata sull’assunzione attraverso l’alimentazione (in particolare, frutta e verdura).
Non avendo trovato l’accordo tra i 28 Paesi membri, la palla passa ora alla Commissione europea, ma occorre fare presto perché il prossimo 30 giugno scadrà l’autorizzazione attuale all’uso del glifosate nell’Unione europea.