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“Gli allevatori in Piemonte devono avere la possibilità di sapere quanto e come incide la tabella qualità utilizzata dal proprio caseificio”


Sul dibattito aperto dal Tavolo regionale del latte in Piemonte, ospitiamo qui di seguito l’intervento di Paolo Druetta, coordinatore dell’associazione di allevatori “Noi siamo Voi”.

 

Fiumi di parole si stanno facendo sulla questione del prezzo del latte alla stalla in Piemonte. L’unica certezza è che in Lombardia esistono più prezzi base, abbinati però ad una unica tabella qualità di riferimento che gli allevatori piemontesi hanno sempre preteso e mai ottenuto.

Grazie alla attività della associazione “Noi siamo voi”, e alla geniale creazione chiamata Simulait, in Piemonte si è potuto certificare che di tabelle qualità che modulano il prezzo base ce ne sono molte di più che in Lombardia e vanno ad incidere sul prezzo finale di parecchi centesimi.

Nel 2007 si era costruita una tabella firmata dalla parte industriale che ora è obsoleta, ma che fu stravolta democraticamente da alcuni caseifici della provincia di Cuneo nel 2016.

Non si era mai visto prima che una manciata di caseifici, adottassero lo stesso contratto e la stessa tabella senza interpellare la parte agricola. Agli allevatori non era stata lasciata molta scelta, e in tanti dovettero accettare senza fiatare.

La nostra associazione che dialoga costantemente con la parte sindacale crede fermamente che sia giusto dare la possibilità agli allevatori di capire quanto e come incide la tabella utilizzata dal proprio caseificio.

È un segnale di trasparenza, ma a quanto pare dai toni espressi dall’industria e dal rappresentante di Assolatte, questa trasparenza in Piemonte non si vuole.

L’assessore regionale Giorgio Ferrero ha giustamente promosso questa trasparenza, perchè la confusione generata negli ultimi anni è tanta anche per gli addetti al lavoro.

Come più volte ribadito, siamo favorevoli ad abbassare i toni ed a gettare le basi per un consorzio che vada oltre ai discorsi sentiti in questi anni. Vorremmo costruire insieme all’industria piemontese un percorso per continuare a garantire (come del resto è già) un latte di grande qualità, di sostenibilità e di responsabilità sociale, ma vogliamo che sia adottata la nuova tabella qualità.

Forino dice: “la tabella proposta in Piemonte costerebbe 20 milioni di euro ai nostri caseifici iscritti”. Se fosse vera questa affermazione, sarebbe altrettanto vero che sono 20 milioni di euro che mancano ai produttori piemontesi.

Troppe volte l’indotto è chiamato a sforzi economici per sostenere la mancata redditività delle aziende agricole… mentre pare che questa liquidità all’industria del latte non manchi.

Gli allevatori devono sapere quanto costa conferire ad un caseificio piuttosto che ad un altro, anche se l’industria pare non capire o non voler capire.

 

Paolo Druetta

Coordinatore associazione di allevatori “Noi siamo Voi”