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Frutta e legalità, ecco i dieci punti indicati dalla Coldiretti al convegno di Torino per affrontare la crisi del settore


Boom di presenze questa mattina a Torino, presso Starhotels Majestic, per l’evento “Frutta e legalità – Operazione verità” organizzato da Coldiretti Piemonte, che ha presentato ad una vasta platea, affollata di produttori agricoli della Granda e non solo, un piano di proposte coraggiose ed incisive per rilanciare la frutticoltura piemontese.

Tra criticità evidenziate e richieste avanzate da Coldiretti, non è mancato l’impegno della nuova Amministrazione Regione a dare soluzione alle più impellenti necessità di un comparto strategico per l’economia della Provincia di Cuneo.

Sono intervenuti il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie Gian Carlo Caselli, insieme al presidente di Coldiretti Piemonte e delegato confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo, moderati da Massimiliano Borgia, direttore del Festival del Giornalismo alimentare.

In chiusura hanno illustrato il progetto Coldiretti di accoglienza dei braccianti stagionali stranieri il direttore di Coldiretti Cuneo Tino Arosio, insieme al segretario Coldiretti di Saluzzo Mario Dotto e ai sindaci di Saluzzo e Lagnasco, Mauro Calderoni e Roberto Dalmazzo, in una condivisione di intenti che mira a garantire un’adeguata sistemazione abitativa ai lavoratori stagionali stranieri, al fianco e a sostegno delle aziende agricole che già provvedono in autonomia ad offrire loro ospitalità, pur in un momento di grande difficoltà economica.

Dieci i punti fondamentali ed urgenti da realizzare per la frutticoltura piemontese messa in ginocchio da un sistema di storture che stanno diventando insostenibili per i produttori – spiega il delegato confederale Roberto Moncalvo – a causa, soprattutto, dei tempi di pagamento estremamente dilatati che arrivano a 300 giorni, costringendo le imprese a far da banca e ad esporsi fortemente dal punto di vista economico. Devono sottostare a comportamenti messi in atto dai quattro soggetti che governano la filiera, detenendo l’81% del valore della produzione, che si avvicinano sempre di più ai meccanismi che regolano le agromafie”.

Oltretutto, il comparto frutticolo piemontese – che si concentra per il 60% nella Granda, Saluzzese in particolare – con un fatturato complessivo di oltre 500 milioni di euro, una superficie di 18.479 ettari e 7.950 aziende, paga già le difficoltà legate ad embargo russo, barriere strutturali e tariffarie che rallentano l’export e alcune gravose malattie, come la batteriosi del kiwi.

Queste, quindi, le 10 priorità di Coldiretti:

  1. Attivare immediatamente un Osservatorio regionale su prezzi e dinamiche della filiera della frutta piemontese
  2. Bloccare i fondi pubblici per le imprese della filiera che attuano pratiche commerciali sleali
  3. Lanciare una campagna di promozione per sostenere il consumo della frutta piemontese
  4. Vietare la cessione dei prodotti agricoli con prezzi inferiori ai costi di produzione
  5. Fermare le aste a doppio ribasso che provocano pesanti distorsioni e speculazioni lungo la filiera aggravando gli squilibri della distribuzione del valore
  6. Prevedere l’etichettatura obbligatoria per l’ortofrutta trasformata
  7. Rimuovere il segreto di Stato sulle importazioni
  8. Eliminare le differenze normative e di mercato all’interno dell’Unione europea
  9. Bloccare l’import dei prodotti extraeuropei trattati con pesticidi vietati in Italia e raccolti con forme diffuse di sfruttamento dei lavoratori
  10. Aprire nuovi sbocchi di mercato a livello internazionale

“Monitoreremo – dichiara Moncalvo – affinché le Istituzioni preposte diano concrete risposte e segnali immediati rispetto a quanto abbiamo chiesto per sostenere la nostra frutticoltura che riveste un ruolo importante nello scenario economico del territorio”.

Il Governatore Alberto Cirio ha accolto i tre punti più urgenti: “Daremo vita in tempi brevi ad un Osservatorio regionale sui prezzi e sulle dinamiche della filiera, che in collaborazione con il Comitato Scientifico dell’Osservatorio Agromafie presieduto da Gian Carlo Caselli, possa mettere in atto un progetto concreto al fine di controllare che tutti gli attori facciano il loro lavoro. Lavoreremo ad un PSR che possa riconoscere delle premialità per le aziende che si impegnano ad utilizzare prodotti veramente piemontesi e investiremo sulla comunicazione perché la qualità dev’essere percepita da chi compra e, per apprezzarla, è fondamentale innanzitutto conoscere le produzioni del territorio”.