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Europa, troppi soldi per la promozione del vino


Dura requisitoria della Corte dei Conti europea nei confronti degli finanziamenti Ue agli investimenti e alla promozione dei vini europei. Ne dà notizia l’Ansa. Sugli investimenti – affermano – “non é giustificata la misura specifica introdotta per il settore in quanto quel tipo di sostegno esiste già nella politica di sviluppo rurale e quindi ne rende più complessa la messa in opera”. Quanto alle azioni di promozione sostengono, “sono state spesso utilizzate per consolidare i mercati anziché conquistarne di nuovi o recuperare i vecchi”.
Non solo. I magistrati della Corte dei Conti giungono a definire “troppo elevata” la dotazione per la promozione del settore per i prossimi 7 anni. Insomma, i controllori dei conti europei hanno forti dubbi sull’efficienza del sostegno agli investimenti e alla promozione nel settore vitivinicolo e ritengono che “non sia chiaramente dimostrato” il loro impatto sulla competitività dei vini Ue.
La posta in gioco é elevata, continuano i magistrati della Corte dei Conti. I fondi europei per la promozione assegnati agli Stati membri sono quasi raddoppiati: se nel periodo 2009-2013 i partner hanno speso 522 milioni di euro di fondi Ue, per gli anni 2014-2018 avranno a disposizione 1,16 miliardi di euro. Considerando – scrive la Corte – “le difficoltà incontrate dagli Stati membri nell’utilizzare la dotazione 2009-2013, gli stanziamenti 2014-2018 rischiano di essere troppo elevati, pregiudicando l’applicazione dei principi della sana gestione finanziaria.
I rilievi mossi dalla Corte dei Conti vanno meditati, ma occorre tener presente che in un periodo in cui di fronte al continuo calo dei consumi interni il settore vitivinicolo dipende sempre più dalle esportazioni, le risorse per la promozione sono di grande importanza strategica. Si devono spendere bene, ma sono irrinunciabili. E non deve neppure destare scandalo se le risorse vengono utilizzate per consolidare i mercati o recuperare i vecchi, perché la concorrenza è sempre più agguerrita e la competizione sempre più aspra. Reggere la concorrenza non è facile.
Va inoltre ricordato che il 30% del budget per la promozione è coordinato a livello centrale dal ministero per le Politiche agricole ed due terzi dal territorio. Andando a vedere i dati disaggregati emerge che le risorse gestite sul piano nazionale sono stati quasi del tutto utilizzate. Lo stesso non può dirsi per alcune Regioni. L’analisi su come vengono spesi i fondi va fatta caso per caso, su ogni singolo centro di spesa, e ci sono delle notevoli differenze. Il Piemonte, ad esempio, è tra le Regioni virtuose che ha sempre utilizzato tutto il budget disponibile. L’inefficienza di alcune Regioni non deve diventare motivo per contestare l’utilità delle risorse per la promozione.
La promozione non è comunque solo questione di finanziamenti.. Per muoversi sui mercati internazionali è necessario fare sistema e realizzare alleanze strategiche anche per ottimizzare la gestione dei fondi. Invece gli operatori nostrani, singoli od associati, eccedono spesso in individualismo.
Tuttavia non è il caso di stracciarsi troppo le vesti. Si può e si deve migliorare, ma il comparto vitivinicolo sta dimostrando di saperci fare sui mercati esteri ed è bene sostenerlo in questo sforzo.

Gabriele Carenini, vice presidente Cia Piemonte