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Ecco il Premio Dirazza solo per gente di… peso!


La Cantina di Clavesana si sta distinguendo nel periodo più recente anche per un marketing innovativo, culturalmente di sostanza. Segno di un amore e di una passione per quel che si fa che convince e coinvolge, come un bicchiere di Dogliani Superiore, per esempio.
Grazie alla Cantina cooperative il dolcetto sta cambiando, nel solco della tradizione (come si dice in questi casi per non snaturare un glorioso passato) ma sta evidentemente cambiando, ed anchel’immagine per un vino è centrale; qui evidentemente lo sanno.
Queste sono poi le terre del Bue Grasso di Carrù, e le sinergie – per chi sa coglierle – sono servite su un vassoio fumante: così stanno facendo a Clavesana. Anche da qui nasce un nuovo singolarissimo premio, che ambisce a incoronare quella gente di spessore “che fa razza a sé”.
Col Premio Dirazza i viticoltori in Clavesana premieranno la Venus e il Bacchus di Rubens d’Italia – una donna e un uomo di peso, di quelli che sanno darsi peso e misura, di quelli che sanno come non vivere magramente, di quelli che non si fanno prendere per il naso dai conformismi.
Il Concorso al Premio Dirazza inizia il 12.12.12. Chi si sente persona di peso potrà mostrarlo in web casting, in www.dirazza.it dal 12.12.12 al 3.3.13 con una foto e con un video di sé e anche con parole proprie su
• il peso che la persona si dà,
• il come riesce a non vivere magramente,
• il come sa non farsi prendere per il naso dai conformismi.
A votare per le Nominations sarà il pubblico che ne viene a conoscenza nel web. Tra le prime dieci nominations – ossia le dieci persone più votate – 5 di sesso maschile e 5 di sesso femminile, il 10.3.13 una giuria individuerà i vincitori – un uomo e una donna – che verranno invitati a Clavesana per la svinatura del nuovo Dolcetto, il 17.3.13.
E quel giorno a una Venus e a un Bacchus di Rubens sarà dato il Premio Dirazza: il loro peso in vino – Dolcetto di Clavesana.
Venus e Bacchus poseranno sempre lo stesso giorno per un fotografo di lifestyle, per diventare non solo simboli del cambiamento, ma anche gli agenti del cambiamento – di chi fa razza a sé contro il peso dei pregiudizi, per dissiparli. Per la razza, non per il naso!