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Ecco come le tasse massacrano le pensioni


Carla ha una pensione di 1.250 euro al mese: se guardiamo a quel 15% di pensionati italiani che hanno una pensione di uno o due euro superiore ai 500 euro mensili, si potrebbe dire che è fortunata, ma non è così. Lei sta vivendo un momento di tensione e di grande preoccupazione perché la scadenza del pagamento della prima rata delle nuove tasse, TARI (i rifiuti solidi urbani), TASI (la tassa sui servizi individuali), le ha portato via 350 euro, la sola TASI quest’anno le costerà 610 euro, cioè la metà di un mese di pensione o della tredicesima!
Come pagherà le spese di riscaldamento, che in Piemonte sono parecchio pesanti, e quelle condominiali?
Ci si domanda, ma coloro che stabiliscono le aliquote e le detrazioni da applicare alle tasse ed alle imposte in quale mondo vivono?
Veramente il nostro Paese ha una situazione di dicotomia grave fra chi decide e guadagna troppo e chi – e sono la maggioranza – sta stringendo la cinghia, ma i buchi ormai non bastano più….

DISPARITA’
Giovanni ha una pensione di 1.300 euro al mese, se abitasse in Piemonte dovrebbe pagare un’addizionale regionale (altra imposizione fiscale sul reddito) di euro 346, siccome è residente in un’altra Regione ne paga 250 e così in tasca gli rimangono 96 euro.
In questo caso viene da dire “beato lui”…
Resta il fatto che il cittadino non è uguale davanti a tasse ed imposte!

UNO SCANDALO ALLA LUCE DEL SOLE
Ma le discrasie ci sono anche tra Comune e Comune. Facciamo un esempio: il Comune che applica l’addizionale comunale (altra imposizione fiscale sul reddito, con aliquote differenti da Comune a Comune) ti può far diminuire (a fronte di una pensione di 1.300 euro mensili) la pensione di 126 euro l’anno, ma se abiti in un Comune che non la applica, i 126 euro ti restano in “sacoccia”.
Anche l’IMU (imposta sui fabbricati) per tanti pensionati è una bella “batosta”. Se hai qualche vecchio casolare di montagna dove abitavano i tuoi vecchi, o qualche essiccatoio per le castagne o qualche piccolo magazzino, anche se non hai fatto delle ristrutturazioni e quindi non è una vera casa per le vacanze, ma è rimasto un vecchio rudere, il costo dell’imposizione è alto e spesso la pensione ne risente pesantemente.
Giuseppe è stato per un po’ di tempo un contadino, poi la montagna non gli dava assolutamente da vivere e ha fatto l’operaio, ma negli ultimi anni era dipendente di una cooperativa, così salario e contributi pensionistici erano più bassi, ed ora la sua pensione non arriva a 9.500 euro lordi all’anno. L’imposta sul reddito l’IRPEF è 580,00 euro, l’addizionale regionale 160,00 euro, quella comunale 40 euro: tutti ci rosicchiano un poco, che per lui è moltissimo, visto che il netto mensile è 670,00 euro.
Gli prendono molto di più di una mensilità. Stato, Regione ed Enti Locali gli portano via tutta la tredicesima e più un 16% di un mese di pensione! Veramente troppo!

I POLITICI TORNINO
CON I PIEDI PER TERRA
Su questa solfa potremmo continuare ancora con tanti altri esempi, e lo faremo con altri articoli perché vorremmo che parlamentari (deputati e senatori), consiglieri regionali, sindaci ed amministratori locali guardassero di più alla realtà delle condizioni reali di vita di tanta parte dei loro concittadini e un po’ meno a quel circolo virtuale e vizioso creato dalla televisione.
Forse è ora di scendere con i piedi per terra! Il Paese lo chiede con urgenza.
Gli sgravi fiscali decisi dal Governo Renzi per chi guadagna meno di 24.000,00 euro l’anno, i famosi 80 euro al mese in busta paga, hanno escluso il mondo dei pensionati. Con urgenza bisogna provvedere.
Per far ripartire il Paese occorre ricostruire una trasparenza ed una etica morale in che siede nei posti di comando a tutti i livelli: basta con le ruberie, le speculazioni, le tangenti e gli sprechi. Basta con l’utilizzo delle cariche pubbliche per il tornaconto personale anzichè migliorare le condizioni generali del Paese.
E’ una svolta urgentissima.

PENSIONATI ESCLUSI DAI BENEFICI
Alcuni provvedimenti del Governo Renzi vanno nella direzione giusta, come la riduzione del carico fiscale per il lavoro dipendente o l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, ma, ripetiamo, non c’è nessun provvedimento a favore dei pensionati, avendo presente che una larga maggioranza di pensionati sta sotto i mille euro al mese e l’aumento del costo della vita e il non adeguamento delle pensioni ha inciso fortemente anche sui consumi dei pensionati.
Si calcola che nel nostro Paese vi è stata una flessione dal 2007 al 2013 di un 12% nella spesa per il cibo.
Occorre una diversa politica economica e fiscale che sia capace di innescare crescita e sviluppo, occorrono nuovi provvedimenti nei confronti dell’evasione fiscale.
E poi vorremmo che si tornasse ad operare con forza per una politica di coesistenza pacifica fra i popoli e per la pace, quindi una riduzione drastica di tutte le spese militari e di guerra con il taglio reale agli F35. E ciò che si risparmia con questi tagli si vada ad incrementare gli investimenti per nuove tecnologie, per la ricerca a beneficio della pace, della scuola, dell’Università, e per far vivere meglio la gente.

WELFARE
Inoltre due parole per il welfare, per la tutela e l’educazione della salute, per la sanità a la cura di chi è ammalato: tutto ciò non è solo un costo, ma una opportunità di occupazione e di sviluppo economico. Una risorsa per il Paese e per il suo rilancio.
Infine con chiarezza diciamo che non sono i pensionati che rubano il futuro ai giovani.
I ladri del futuro sono stati e sono gli evasori, gli speculatori della finanza e del sistema bancario, le mafie e la criminalità organizzata, chi ha portato precarietà e ridotto i diritti..
Anziani e giovani, le forze sane del Paese devono operare insieme perché si facciano le giuste scelte, si torni così a dare speranza e serenità a chi vive in questa Italia.

(Fonte: Cia Cuneo)