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Dove va la zootecnìa della provincia di Cuneo?


La Cia cuneese, nel recente incontro di Giunta, si è interrogata sul presente e sul futuro della nostra zootecnia, comparto storico e fortemente identificativo dell’agricoltura provinciale. E lo ha fatto passando in rassegna la situazione nei diversi settori, bovini, suini, ovini, avicunicoli dopo aver organizzato una serie di incontri con gli allevatori finalizzati alla discussione sulle varie sfaccettature settoriali ed al recepimento diretto dagli imprenditori delle loro esigenze più urgenti.
Ne è emerso un quadro preoccupante che fotografa la situazione di crisi che, attraversa, chi più chi meno, tutti i comparti zootecnici, una condizione di difficoltà appesantita dal continuo aumento dei costi di produzione, dal fardello eccessivo degli oneri burocratici e resa insostenibile dall’insufficiente organizzazione economica del prodotto, dalla diminuzione dei consumi, dalla pressione competitiva degli altri Paesi e dalla insufficiente valorizzazione delle nostre produzioni. Aggiungiamo a tutto questo gli obblighi di adeguare continuamente gli allevamenti ad una normativa in incessante evoluzione – spandimento dei reflui, emissioni in atmosfera, etc.- si comprende bene la serissima difficoltà delle imprese zootecniche cuneesi con le immaginabili ripercussioni negative sull’ ambiente, sull’ economia e sulla occupazione nei diversi territori.
Nel settore lattiero-caseario c’è preoccupazione fra gli allevatori per le possibili negative ripercussioni sull’andamento del mercato del latte che si potranno determinare con l’ormai prossima conclusione del meccanismo delle quote di produzione. Le aziende sono già ora alle prese con la corresponsione di un prezzo alla stalla non assolutamente remunerativo rispetto ai costi di produzione e dopo, con una quantità di prodotto maggiore?
Nel comparto da carne le cose non vanno meglio, anzi su alcune categorie le perdite oscillano fra i 100 ed i 200 euro per vitellone. L’approvvigionamento di capi da ristallo dall’estero, in particolare dalla Francia, sta diventando un’impresa sempre più ardua vista la concorrenza di altri Paesi che si stanno affacciando sul panorama della produzione di carne bovina a livello mondiale. Nel contempo gli effetti della crisi economica si ripercuotono pesantemente sui consumi di carne delle famiglie.
Il settore dei suini attraversa momenti altalenanti, ma la redditività dell’allevamento nel 2° trimestre del 2013 è peggiorata rispetto al trimestre precedente anche di fronte alla quotazione della soia di provenienza estera cresciuta di circa il 5%. La questione di maggiore urgenza che ci è stata segnalata dai suinicoltori è quella rappresentata dal benessere animale per cui le aziende sono costrette ad affrontare, in un momento economico difficile come l’attuale, investimenti onerosi per adeguare le proprie strutture aziendali ai nuovi requisiti di legge.
Gli allevamenti ovicaprini non se la passano meglio stante il calo dei consumi di dette carni. E’ un comparto che è localizzato prevalentemente in aree montane o collinari, con un forte legame con il territorio ed una forte valenza ambientale, che deve fare i conti, di conseguenza, con i maggiori oneri gravanti chi opera in zona marginale.
Gli avicoltori segnalano da tempo che il loro settore continua ad essere escluso dal regime di aiuti previsto dalla PAC. Chiedono, di conseguenza, che ci sia un impegno da parte delle istituzioni politiche, da quella provinciale a quella regionale e nazionale perché anche ai loro allevamenti venga data la possibilità di accedere ad un regime di pagamento comunitario, che premi la qualità e le pratiche di allevamento virtuose in termini ambientali e di benessere animale.
Per la Cia di Cuneo è di fondamentale importanza dar vita ad una “battaglia” unitaria delle organizzazioni professionali agricole, per sostenere l’intero comparto ed evitare conseguenze più pesanti per la nostra zootecnia. Si tratta, per il cuneese, di un settore strategico con grandi potenzialità – sovente inespresse – sia sul versante della salvaguardia dell’ambiente, sia su quello della qualità e sicurezza alimentare, sia su quello dell’ innovazione tecnologica e della ricerca. Tradizione, cultura e innovazione, infatti, sono per la Cia di Cuneo i tre pilastri su cui si dovrà fondare il futuro della nostra zootecnia per venire incontro alle esigenze non solo degli allevatori ma dei consumatori e della società in generale.

Marco Beccaria, vicepresidente Cia Cuneo