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Crolla l’acquisto di cibo equo-solidale


Crollano gli acquisti di prodotti equo solidali che sono stati abbandonati dall’8 per cento degli italiani che lo scorso anno li acquistavano regolarmente o qualche volta, ma scendono anche quelli di alimenti etnici ai quali ha rinunciato nell’ultimo anno il 7 per cento degli italiani.
E’ quanto emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine su “I comportamenti degli italiani nel tempo della crisi”, realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2012 e presentata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio.
La crisi – sottolinea la Coldiretti – colpisce dunque anche la solidarietà che si esprime attraverso il commercio di prodotti equo solidali, spesso provenienti da Paesi del terzo mondo che nell’ultimo anno sono stati acquistati regolarmente o qualche volta solo dal 32 per cento degli italiani, il livello piu’ basso degli ultimi cinque anni. Sembra sgonfiarsi anche il boom nei consumi dei prodotti etnici acquistati solo dal 25 per cento degli italiani forse a causa dei recenti allarmi sanitari, ma anche – precisa la Coldiretti – per la scelta di privilegiare acquisti di prodotti nazionali per sostenere l’economia e l’occupazione in un difficile momento di crisi. Quasi la metà degli italiani (46 per cento) continua infatti ad acquistare regolarmente, o qualche volta, prodotti biologici per i quali l’Italia detiene la leadership nel numero di imprese in Europa mentre il 73 per cento prodotti a denominazione di origine che sono profondamente legati al territorio nazionale. Resta alta, nonostante la crisi, l’opposizione agli organismi geneticamente modificati che sono considerati meno salutari da ben il 57 per cento degli italiani, con un 18 per cento che non risponde. Le percentuali degli italiani che acquistano prodotti a denominazione, bio o dagli agricoltori tengono rispetto allo scorso anno, a conferma del fatto che “la crisi non incide sul bisogno di sicurezza alimentare dei cittadini che continuano ad esprimere un forte interesse per le produzioni ad elevato contenuto salutistico, identitario e ambientale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel precisare che “esiste in realtà una polarizzazione nei comportamenti. Chi ha disponibilità di reddito ed è un consumatore attento alla qualità e alla tipicità consolida i propri stili, mentre chi si trova in difficoltà è spesso costretto a rinunciare”.