Creso, dieci anni di ricerche sul campo
Risorse per 1 milione 400 mila euro investite in ricerca applicata per le imprese agricole, un utile di 9 mila 500 euro accantonato a riserva…
Sono i dati salienti del bilancio 2011 approvato all’unanimità dall’Assemblea del Creso, il Centro di ricerca e sperimentazione per l’ortofrutticoltura piemontese. Un risultato non da poco, considerato che si tratta di un ente senza fini di lucro, in un quadro di piena sostenibilità economica e di rispetto dei vincoli di bilancio.
«Rappresenta il consolidamento del precedente esercizio – ha osservato il presidente Michele Quaglia, frutticoltore di Verzuolo – e chiude in positivo il primo decennio di vita del Creso, che è stato costituito il 27 novembre 2001».
UN CENTRO INVIDIATO. Nelle altre regioni, la ricerca applicata è a carico degli enti pubblici. In Piemonte dieci anni fa si è chiesto agli utenti di partecipare ai costi, per fare in modo che la ricerca fosse strettamente finalizzata alla domanda delle imprese. «La scelta coraggiosa di allora è stata premiata – ha confermato Claudio Sacchetto, assessore della Regione, che è azionista di maggioranza del Creso -, ho potuto costatare l’apprezzamento del Creso da parte dei frutticoltori delle altre regioni e dei loro Centri di ricerca. Il Creso ha stretto legami a livello interregionale e internazionale, partecipando a reti di ricerca quali Eufrin, Medex e Areflh, dove nascono le innovazioni in grado di far fare un salto di qualità alle nostre produzioni».
IL MERITO VINCE. Dal punto di vista economico il Creso è riuscito a mettere in atto un meccanismo virtuoso, che imprime un effetto moltiplicatore agli investimenti dei soci. Nel 2011, ad esempio, questi hanno versato 160 mila euro, pari all’11 per cento del bilancio, mentre oltre il 50 per cento delle entrate sono fondi vinti dai ricercatori del Creso su bandi di ricerca europei, al di fuori della cerchia societaria del Consorzio. Su questi bandi selettivi si misura il livello tecnico-scientifico del Creso, che ha saputo portare sul territorio risorse per la ricerca che sarebbero finite altrove, probabilmente nella disponibilità dei concorrenti delle imprese piemontesi.
Guardando al futuro, le risorse per la ricerca in agricoltura arriveranno dall’Unione Europea attraverso la costituzione di EIP – European Innovation Partnership, cui parteciperanno gli operatori della filiera agricola e i centri di ricerca applicata come il Creso. Il Creso è già tutto questo.
VERSO UNA NUOVA FONDAZIONE. «Per cogliere le opportunità dei nuovi indirizzi dell’Unione Europea – ha proseguito Sacchetto – occorre rivedere la forma giuridica del Creso. Nei prossimi mesi istituiremo per via legislativa la Fondazione regionale per la ricerca e l’innovazione in frutticoltura e orticoltura, con una propria dotazione finanziaria. In questo modo il Creso diventerà lo strumento regionale per accedere alle risorse finanziarie di Bruxelles e continuare a svolgere una ricerca di alto profilo come chiedono gli imprenditori».
Chiudendo l’assemblea, il presidente Michele Quaglia a nome dei soci e del Consiglio di amministrazione ha ribadito che “è tutto il settore ortofrutticolo piemontese a chiedere questo percorso di consolidamento istituzionale del Creso, per garantire la continuità della ricerca anche nel prossimo decennio”.