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Cresce il consumo di carne ma non in Italia


Confrontando la produzione dei principali tipi di carne nel 2013 con quella del 2012, il Centro Studi di Confagricoltura rileva un più alto incremento per le carni avicole (+14,4%), seguite dalle suine (+7,2%) e poi dalle bovine (+1,9%).
La produzione corrisponde all’aumento dei consumi, determinato dall’incremento della popolazione (circa 1,2% l’anno) e dal miglioramento dell’alimentazione nei Paesi dove si registra un più elevato sviluppo economico, come la Cina. Consumi invece stabili o leggermente decrescenti nei Paesi a sviluppo già consolidato, come gli Usa e l’Ue.
In Italia, il consumo pro-capite di carni ha avuto negli anni 2007-2012 un andamento decrescente, con lieve aumento delle carni avicole e sensibile riduzione delle bovine, suine e ovine. Un recente studio Ocse-Fao delinea lo scenario mondiale del mercato delle carni nel decennio 2013-2022 a confronto con il decennio precedente: la crescita della domanda tende a rallentare e solo per le carni bovine si prevede un’accelerazione dei consumi, e quindi della produzione, con sostanziale tenuta dell’import-export. Per tutti gli altri tipi di carni, la crescita sarà sensibilmente più contenuta.