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Cosa esce dalle urne? Il peggiore dei risultati


Cosa esce dalle urne? Il peggiore dei risultati. Un paese ingovernabile dall’interno ed indecifrabile dell’esterno.
Un pareggio a tre fra un amministratore con la grinta di un dipendente pubblico, un miliardario comico ed un comico miliardario … sembra l’inizio di una barzelletta, ma è tutto drammaticamente vero.
In molti in queste ore del dopo-voto hanno espresso tesi riassumibili nel “tanto peggio, tanto meglio” come se l’ingovernabilità, l’inazione, la non volontà di riformare il Paese non ci sfregassero sulla pelle ogni giorno.
Tanto più per chi fa impresa, a cominciare dagli agricoltori, chi si confronta nel mercato europeo, chi investe e produce, mantenendo se stesso, la propria famiglia e “un tot” di famiglie oltre la sua.
Siccome governare un paese di 60 milioni di persone non è proprio come sparare sentenze sui “social network” e promettere calci nel culo a destra e a manca … probabilmente non vedremo i grillini al governo; per loro scelta – dicono – anche se pare più propriamente “la scelta di chi non ha scelta”.
Nel frattempo le borse calano, i mercati finanziari fibrillano, lo spread sale e chi ha mutui in corso se ne accorgerà sulla sua pelle alla prossima scadenza della rata … con Berlusconi tirava un’aria pesante da fine impero, ora che i Visigoti caleranno su Roma sappiamo di essere ormai prossimi al 476 d.C.
“God save the Queen” (Dio salvi la Regina) direbbero gli inglesi … mentre noi non sappiamo davvero più chi salvare per primo … ed allora – ispirandoci ad uno dei filosofi pagani di questo fine impero – ripetiamo sottovoce il suo mantra salvitico e definitivo “Allegria!” e che Dio ce la mandi buona…