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Convegno di Lagnasco Il mercato fa il prezzo


Alla tavola rotonda del convegno sulla frutta di Lagnasco, sabato 1 dicembre, sono intervenuti operatori di primo piano del settore, a cominciare da Domenico Sacchetto, presidente di Assortofrutta Piemonte: «La difficoltà nel promuovere il prodotto saluzzese sta nella sua diversificazione. Concentrare le risorse non è facile, ma nel caso della “Mela rossa di Cuneo” ci stiamo provando. Così come non è remunerativo fornire le susine e le mele alle scuole, ma serve come investimento d’immagine».
NON PERDIAMO ANCHE LA CORRIERA. Carlo Lingua, operatore privato di import-export, ha osservato che “il prezzo non lo fanno i produttori, né i commercianti, ma solo il mercato”: «Quest’anno, ad esempio, tutti prevedevano il crollo della pesca piatta, la “platerina”, che invece non solo ha mantenuto le quotazioni, ma le ha incrementate, a scapito delle pesche normali. Perché? Perché è buona e piace ai consumatori, tutto lì».
In tempi di crisi, secondo Lingua bisogna “saper creare sistema, stringere alleanze, come ha fatto Rivoira con la sua mela Ambrosia in val Venosta… Un’operazione che nel Saluzzese sembra faccia scandalo, come mai?”
«A Cuneo i treni non passano più – ha detto Lingua -, ma almeno non si perdano le corriere. Abbiamo realtà d’eccellenza, come il Creso, che potrebbe ricercare nuove varietà da vendere sul mercato. Ma anche la politica deve fare la sua parte, perché è inaccettabile che si paghino i dazi per esportare le mele e si spalanchino le porte delle dogane alle importazioni dai Paesi concorrenti».
SAPPIAMO VENDERE? Michele Quaglia, presidente della Coldiretti di Saluzzo, ha detto che non basta produrre buona frutta, ma bisogna saperla vendere: «E’ chiaro che la logica dei “chilometri zero” da sola non basta, ma si tratta di una vetrina di grande impatto sui consumatori».
Nella provincia Granda, secondo Quaglia, non sono mancate solo le grandi strade, ma anche gli invasi e le strategie di promozione dei prodotti: «La nostra provincia – ha ironizzato il presidente della Coldiretti di Saluzzo -, è stata la culla di grandi statisti, che però non sono passati alla storia per ciò che hanno fatto per il loro territorio».
TEMPI LUNGHI. Alberto Giordano della Confagricoltura di Saluzzo ha sottolineato le “buone intenzioni” dell’articolo 62, purtroppo soffocate dalla burocrazia, mentre sulla crisi ha sostenuto che “occorre saper ragionare su tempi lunghi, con ottiche aziendali di almeno 4 o 5 anni”.
Guido Soldi della Cia di Saluzzo richiamava l’attenzione sugli obblighi, uguali per tutti, che mettono in crisi le piccole e medie imprese: «Con il “greening” e le future politiche europee, arriveranno nuove regole, sempre più difficili da sostenere, se non si trovano delle sinergie per facilitare le parti più deboli».
Al problema della gestione aziendale, ha fatto riferimento anche Simone Bernardi, frutticoltore di Busca, secondo cui “non è la tecnica professionale che manca alla nostra frutticoltura, ma la capacità di rinnovare l’amministrazione delle aziende”.
LA STORIA SECONDO SACCHETTO. Le conclusioni sono toccate all’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto: «La Grande distribuzione incassa subito, per cui non può pretendere sconti dai produttori che chiedono di essere pagati a 30 giorni. La politica non può stare a guardare».
In controtendenza, l’opinione dell’assessore sul tema delle infrastrutture cuneesi: «La loro mancanza è frutto di una scelta del passato che si è rivelata lungimirante – ha osservato Sacchetto -, perché se avessimo riempito la provincia di grandi strade e capannoni, oggi avremmo almeno 200 mila abitanti in più, con meno terreno agricolo e più disoccupazione. Diverso è il discorso delle opere che negli ultimi 20 anni non si riesce a portare a termine, come l’autostrada Cuneo-Asti, perché affossate dalla burocrazia».
In frutticoltura, ha fatto notare Sacchetto, la predisposizione al cambiamento risulta necessariamente condizionata dai tempi delle piante, che non sono quelli degli uomini. Il problema centrale rimangono la bassa remunerazione dei prodotti e gli alti costi di produzione: «Tuttavia non dobbiamo pensare che gli altri siano sempre migliori. In Emilia, la motosega nei frutteti lavora da molti anni, più che da noi».