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Contro i lupi basterebbero i cani…


E’ uscito in questi giorni “Il cane da guardianìa anti-lupo – Conoscerlo meglio per gestirlo con successo” (292 pagine), il nuovo libro di Ezio Maria Romano, esperto cinofilo e presidente della Federazione italiana cani da guardia. Ezio è associato alla Cia cuneese e lo abbiamo incontrato in questi giorni per parlare del libro e della sua attività di istruttore di cani da guardia.

“Lavorare con i cani – informa Ezio Maria Romano – non è affatto semplice, soprattutto se non si è spinti da una forte passione con la volontà di dotarsi di una buona preparazione di fondo unitamente alla disponibilità a fare molta esperienza. Resto del parere che l’elemento più importante che deve accompagnare chi lavora con i cani è quello di svolgere una cosa che piace e che fa stare bene: questo è stato per me il punto di partenza per migliorare la mia personale condizione umana e professionale. Possiedo cani da oltre 50 anni, ho operato per anni con una mia azienda per la sicurezza abitativa impegnata a restituire la legittima serenità alle famiglie italiane all’interno delle loro mura domestiche, coordinando l’installazione di persiane blindate, inferriate e grate di sicurezza, antifurti, impianti di videosorveglianza ed altri sistemi di sicurezza. Mi sono reso conto, ad un certo punto, però, che una coppia di veri cani da guardia, rimane ancora sempre il miglior deterrente in assoluto contro l’intrusione di malintenzionati e di lì il passo ad allevare cani predisposti alla guardia, alla protezione della famiglia od alla custodia del bestiame contro i predatori, è stato breve. Ed oggi riproduco nel mio allevamento soggetti di forte carattere, assolutamente affidabili coi proprietari, selezionati per aiutare la famiglia a sentirsi più sicura nella propria abitazione e mi sono specializzato nell’allevamento di cani da guardianìa anti-lupo”.

Il libro appena uscito affronta un tema di grande attualità e di interesse per pastori e margari piemontesi (e non solo), quello di dover gestire il bestiame sui pascoli e dover fare i conti con gli attacchi sempre più numerosi e dannosi dei lupi sulle nostre montagne. Quale la tua analisi della problematica?

“Non tocca sicuramente a me stabilire se il lupo sia ritornato “da solo” sulle montagne, oppure sia stato reintrodotto da qualche autorità, come molti pastori sostengono convinti ormai da tempo. Sta di fatto che, oltre alle già tante difficoltà di vita in alpeggio, la ricomparsa del lupo ed i suoi attacchi alle greggi stanno seriamente penalizzando i pastori nella gestione del bestiame. Per parte mia, partendo dal principio che per sopravvivere in montagna con le pecore non è il caso di uccidere i lupi, come molti sostengono, ma basta possedere dei buoni cani da guardianìa e capire come gestirli nel migliore dei modi, ho dedicato i miei ultimi dieci anni ad incontrate molti pastori che scovati anche negli angoli più remoti del mondo, per studiare a fondo i cani da pastore allo scopo di selezionarli per farli diventare validi guardiani di greggi.
Otto viaggi compiuti in Asia centrale (Turkmenistan, Tagikistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Kazakistan, Mongolia, Iran), molti in Transilvania ed in altri paesi dell’Est, una collaborazione che dura da tempo con alcuni anziani pastori abruzzesi ed una più recente con altri delle mie montagne, mi hanno fatto capire molte cose sul mondo di chi si dedica alla pastorizia.
Il mondo dei pastori è una parte di storia che tende a scomparire e che forse, in futuro, nessuno non saprà più raccontare poiché non è scritta sui libri, né tanto meno sul web. Si tratta di un mondo duro, pieno di difficoltà e magre gratificazioni economiche, ma rappresenta l’unico modo di essere per alcune persone che non concepirebbero diversamente la loro vita. Pastori si nasce o si può eventualmente diventare, ma solo per una forte passione”.

Per capire meglio i cani da pastore so che hai svolto molte ricerche sui lupi, i loro antenati ed oggi antagonisti sulle montagne. Possiedi, quindi, un bagaglio culturale in materia di lupi, che hai ben riportato nel libro, e che può essere valido aiuto ai pastori ed adeguata informazione ad amministratori pubblici nell’assunzione di provvedimenti a tutela dei pastori.

“Nella storia antica, i pastori non hanno mai avuto la possibilità di selezionare i cani da guardianìa: si avvalsero per secoli di semplici randagi che si avvicinavano spontaneamente a loro, durante le transumanze, con lo scopo di trarre nutrimento dal gregge. Cani che poi, se riuscivano a sopravvivere alla vita dei pascoli ed alle razzie dei lupi, si riproducevano spontaneamente fra di loro. E fu così che prese forma l’autentico cane da guardianìa anti-lupo.
Ho avuto vari incontri con “l’uomo-lupo” inglese Shaun Ellis e l’interazione diretta con i suoi animali, mi ha fatto capite tante cose su chi sia in realtà il predatore selvatico. Quanto mi ha insegnato Ellis sulle dinamiche di branco dei lupi mi è servito molto per approfondire varie caratteristiche dei cani che allevo. Il cane da lupi, in primo luogo, non può essere un animale qualsiasi, anche se appartenente ad una delle varie razze consigliate, perché il lupo è un essere incredibilmente superiore a qualsiasi cane di una qualsiasi razza, anche se di grossa taglia. Anzi, più i cani sono grandi e grossi e meno pericolosi risultano per il lupo, che non teme la grandezza di un avversario essendo abituato a predare animali di centinaia di chilogrammi. Conosco le difficoltà che stanno affrontando oggi i pastori abruzzesi nel riuscire ad individuare, fra centinaia di “cani bianchi”, qualche soggetto di cane da pastore Maremmano-Abruzzese che sappia fare in realtà il suo mestiere. E mi fanno tenerezza, risultando inadatti ad un efficace lavoro di guardianìa, alcuni Patou, cani da montagna dei Pirenei, oggi privilegiati sulle nostre montagne piemontesi. Teniamo sempre ben presente che quando il lupo ha fame non scherza per nulla e, se poi dispone di un branco ben organizzato, non teme nessuna tipologia di cani! Il problema è sempre lo stesso: non basta la razza per fare il cane, come molti continuano a sostenere con imprudente superficialità, ma vanno innanzitutto considerate le caratteristiche del singolo soggetto. In una cucciolata solo pochissimi risultano adatti ad uno specifico lavoro, non qualsiasi cucciolo!”

Sono da rivedere, allora, le misure che attualmente sono adottate per la difesa delle greggi?

“Se si parla con i pastori veri, quelli che l’estate la passano in alpeggio, si apprende che i cani, per funzionare “un minimo” contro il lupo, debbono manifestarsi così tanto selvatici (come il lupo) da non risultare nemmeno facilmente avvicinabili dagli stessi pecorai. Risulta così un po’ troppo utopistico il progetto delle Regioni di voler fornire ai pastori cani efficienti contro i lupi e solo di alcune razze, come richiede il nostro PSR, ma ugualmente innocui con i loro simili che accompagnano i turisti nelle escursioni estive di montagna.
Ma come potrà mai risultare idoneo a contrastare i lupi, un cane che non ne aggredisca un altro sconosciuto che si avvicina al suo gregge? Come si può immaginare che possa difendere le pecore dal predatore se lui, invece di dipendere dal gregge per sopravvivere, mangia ogni giorno la sua razione di crocchette? Come potrà mai spuntarla contro l’astuzia del lupo, un cane che non esiti a fare amicizia con chiunque lo voglia approcciare? La conseguenza a cui stiamo sempre più assistendo, con l’adozione di inadatte razze di cani, è l’aumento di contenziosi tra pastori ed escursionisti, bikers, operatori turistici, amministratori locali che temono che la presenza dei cani allontani il turismo, dopo che si sono verificati casi di aggressione”.

Che fare allora?

“Certamente c’è bisogno di una corretta cultura sul cane da guardianìa anti-lupo e la volontà di collaborazione sia da parte dei pastori che dei turisti. Da parte dei pastori è necessario un po’ di buon senso nel cercare di condurre il gregge il più lontano possibile dai sentieri di montagna durante i giorni festivi ed i periodi feriali maggiormente frequentati dai turisti, oltre a tener legati in questi momenti i soggetti che potrebbero manifestarsi più pericolosi contro l’essere umano, soprattutto durante il giorno, mentre di notte, quando si verifica la prevalenza di assalti dei lupi, il bestiame va tenuto all’interno delle reti elettrificate con i cani all’esterno liberi di potersi collocare e spostare dove ritengono più opportuno per la custodia degli animali. Da parte loro i turisti, pur se è vero che la “montagna è di tutti”, non devono sentirsi autorizzati a non rispettare minimamente il lavoro di chi la vive per motivi di professione”.

Quali caratteristiche deve possedere un vero cane antilupo?

“Molti pastori dichiarano che i cani che stanno utilizzando sono inadeguati: carattere troppo blando con assenza di dominanza, scarsa rusticità, poca affinità col gregge ed altro ancora. In un momento storico come questo, dove i “nuovi” pastori debbono confrontarsi con il “vecchio” lupo ritornato a doversi sfamare in montagna, è fondamentale che s’inizi a capire il concetto di selezione mirata allo scopo da raggiungere, ovvero un’oculata scelta dei cuccioli che va fatta solo in base a certi istinti primari, tanto da poter poi risultare realmente idonei al lavoro in cui verranno impiegati. Una migliore informazione rivolta ai pastori principianti su come gestire i loro cani, può rappresentare un elemento importante per ottimizzare l’efficienza del branco che hanno già tutt’ora a disposizione.
Ai cani forti, piacciono poco le bastonate e se queste non vengono eliminate definitivamente da chi li gestisce, sostituendole con altri sistemi basati sulla psicologia dell’animale ed il rispetto dei loro istinti primari, cani veramente efficienti a contrastare i lupi, non se ne avranno mai! Il cane da pastore, se allevato oppresso da chi lo cresce, non può trovare la giusta motivazione per lavorare col gregge e quando non si ribella, è solo perché non vede alternative per la sua sopravvivenza. Credo sia proprio questo uno dei principali motivi che oggi sono spariti molti dei “rimpianti” cani di un tempo, capaci di lavorare bene in alpeggio. E’ bene, infatti, aver presente che l’unico motivo per il quale un cane da guardianìa anti-lupo decide di stare con il gregge, difendendolo dai predatori, è solo, ed esclusivamente, per l’interesse istintivo che prova nei confronti del cibo che può ricavare dallo stesso. Non sicuramente perché lo “ama”, perché vede nelle pecore il suo branco o per altri fantastici motivi che sento spesso raccontare. Come potrebbe un cane “amare” gli ovini, visto che deriva geneticamente dal lupo che li uccide per mangiarseli? Non bisogna pensare che sia così stupido da considerare pecore e agnelli il suo branco, nonostante non possa soddisfare con loro il suo istinto naturale di riproduzione. L’unico motivo, per cui il cane si è avvicinato al gregge migliaia di anni fa e ci convive ancora tutt’oggi, è per poterne trarre scorte alimentari utili alla sua sopravvivenza ed è solo per questo che lo difende dai lupi, visto che non ha nessuna intenzione di farsele sottrarre!
Il cane da guardianìa anti-lupo rappresenta un mondo completamente a parte dal resto della cinofilia e necessita di essere scoperto e capito al più presto per mettere fine all’attuale confusione che si è generata. Non è troppo importante la razza a cui appartiene il cane anti-lupo, anzi, spesso sono proprio i meticci a risultare i migliori nel loro lavoro, come ben sanno i pastori più anziani, perché le razze create dall’uomo non rappresentano altro che un grave peggiorativo per la specie canina, c’è però una dote molto rara che debbono sempre possedere: non temere troppo la presenza del lupo!”

I pastori interessati possono ritirare una copia omaggio (in bianconero) del libro “Il cane da guardianìa Anti Lupo – Conoscerlo meglio per gestirlo con successo” presso la sede provinciale della Cia in piazza Galimberti 1 C o contattando telefonicamente l’autore Ezio Maria Romano (349 33 35 668) dal lunedì al sabato dalle 9 alle 19, oppure ancora scrivendo a: info@canidaguardia.com.

Gianfranco Falco