Sezioni


Conto energia termico in arrivo il decreto


È stato pubblicato lo schema di decreto ministeriale che consentirà di dare impulso alla produzione di energia rinnovabile termica e di migliorare l’efficienza energetica. Il provvedimento è una tappa essenziale per il raggiungimento e il superamento degli obiettivi ambientali europei al 2020.
Il decreto, che passa ora all’esame della Conferenza Unificata, si propone infatti il duplice obiettivo di dare impulso alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili (riscaldamento a biomassa, pompe di calore, solare termico e solar cooling) e di accelerare i progetti di riqualificazione energetica degli edifici pubblici.
Il decreto fissa il tetto di spesa annua cumulata pari complessivamente a 900 milioni di euro. Di questi, 700 sono riservati ai privati e 200 alle pubbliche amministrazioni. Le richieste di accesso all’incentivo sono accettate dal Gse, il Gestore dei servizi elettrici fino al sessantesimo giorno successivo al raggiungimento delle relative soglie di spesa annua (700/200 milioni di euro).
Le tecnologie incentivate si dividono in due categorie. Per le rinnovabili termiche – solare termico, caldaie a biomassa, pompe di calore geotermiche e scalda acqua a pompa di calore – il nuovo “conto energia termico” varrà sia per i privati che per le amministrazioni pubbliche, mentre per gli interventi di efficienza energetica – isolamento, serramenti e sostituzione degli impianti di riscaldamento con caldaie a condensazione – gli incentivi varranno solo per la Pubblica Amministrazione: per questi interventi, infatti, i privati potranno contare sulle detrazioni fiscali del 55%, che per ora sono prorogate solo fino al 30 giugno 2013 ma che è intenzione – almeno secondo le dichiarazioni del Ministero dello Sviluppo economico e del Ministero dell’Ambiente – di riformare e rendere stabili.
Per le energie rinnovabili termiche verranno incentivati impianti con potenza fino a 500 kW che dovranno avere determinati requisiti prestazionali. Fino a 35 kW l’incentivo verrà erogato su 2 anni, sopra quella taglia su 5 anni. Per tutte le tecnologie ammesse a incentivo, il nuovo decreto stabilisce una serie di valori prestazionali minimi. In particolare, l’incentivo sarà commisurato all’energia rinnovabile prodotta e al risparmio energetico conseguito e sarà differenziato per taglie e zone climatiche.
Per esempio, per pompe di calore, caldaie e stufe la somma erogata verrà calcolata con una formula che tiene conto di un incentivo a kWh prodotto diverso per taglia e tecnologia, della potenza della macchina, della zona climatica in cui viene installata e, per caldaie e stufe, anche delle prestazioni in termini di emissioni.
Da notare che le caldaie e le stufe a biomassa, quando scaldano serre, sono incentivate solo se vanno a sostituire impianti a biomassa, a carbone o a gasolio: resta così escluso chi, nelle zone non metanizzate del Paese, vorrebbe sostituire con il riscaldamento a biomasse l’impianto alimentato con il Gpl, il gas del “bombolone”.
Per gli interventi di efficienza energetica: l’incentivo è riservato agli enti pubblici è pari a una percentuale della spesa, fatti salvi massimali di spesa diversificati, a volte, secondo le zone climatiche. Per tutti gli interventi di efficientamento, come anche per gli scaldacqua a pompa di calore incentivabili anche per i privati, l’incentivo copre il 40% della spesa.