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Come coltivare il frutto dell’eterna giovinezza


Da un po’ di tempo si sente parlare del Goji (Lycium barbarum L.), le cui bacche sono diventate il tormentone delle nuove tendenze al prendersi cura di sé in modo naturale o meno in quanto, grazie alle loro proprietà, secondo la medicina cinese, le bacche del Goji sarebbero una potentissima risorsa contro l’invecchiamento. Proprio per il grande interesse generato, anche in Europa si è iniziato a coltivarla.
Il Goji é un arbusto perenne della famiglia delle Solanace (in parole semplici é della stessa famiglia delle patate, delle melanzane, dei pomodori, dei peperoni), le sue origini sono Tibetane e cresce sulle pendici dell’ Himalaya dunque una zona fredda. La pianta é molto rustica, esige un terreno neutro o leggermente acido concimato organicamente, ama molto un apporto di azoto durante la fase vegetativa che va da inizio primavera fino al gelo invernale, periodo in cui la pianta perde le foglie quando le temperature vanno al disotto dello 0 per proteggersi dal freddo.

Coltivazione
Il momento migliore per piantare il Goji é l’autunno oppure la primavera. La fioritura avviene verso metà agosto e si compone di moltissimi fiorellini lilla a forma di stella (simili a quelli della patata) che daranno poi vita alle bacche, che da fresche appaiono sulla pianta come piccoli pomodorini scarlatti. Le bacche impiegano circa 1 mese a maturare e si possono consumare fresche quando sono mature oppure essiccate. Si effettuano potature estive se la pianta é cresciuta troppo altrimenti in autunno o primavera come la maggior parte degli arbusti; la cosa migliore per avere una buona resa é tenere la pianta non più alta di 2-2,5 mt. L‘esposizione adatta per questi arbusti é pieno sole oppure almeno 5/6 ore di sole.
Il Goji cresce eretto, sviluppa un corto fusto che porta una piccola chioma, in genere tondeggiante. Lycium barbarum L. è un arbusto sempreverde che, per un suo sviluppo rigoglioso, necessita di periodica concimazione: in primavera un concime ricco in azoto e potassio per favorire lo sviluppo della nuova vegetazione e dei fiori. Possiamo intervenire a fine inverno, mescolando al terreno attorno alla pianta una buona dose di concime organico o di concime chimico a lenta cessione. Durante la primavera poi é anche possibile intervenire periodicamente, con concimi liquidi o in polvere, da aggiungere all’acqua delle annaffiature, ogni 20-25 giorni.

Trattamenti
Con l’innalzarsi delle temperature diurne, all’inizio della primavera, è bene praticare un trattamento preventivo, con un insetticida ad ampio spettro, da praticarsi quando nel giardino non sono presenti fioriture. Prima che le gemme ingrossino eccessivamente è consigliabile anche praticare un trattamento fungicida ad ampio spettro, per prevenire lo sviluppo di malattie fungine, il cui dilagare è favorito dall’elevata umidità ambientale.

Le bacche della longevità
Al loro interno le bacche del Goji conterrebbero una forte quantità di nutrienti e anti-ossidanti che assicurerebbero salute e grande longevità. Contengono, infatti, una quantità di Vitamina C di ben 500 volte superiore alle arance, sono ricche di calcio, ferro e proteine.
Stimolano il metabolismo, il sistema immunitario e la produzione di energia, aiutano il sonno e la memoria. Grazie alla presenza di betacarotene, di luteina e di zeaxantina, si rivelano assai utili per la vista. Sono ricche di vitamine del gruppo B, di sali minerali e anche di acidi grassi essenziali.
In Inghilterra le si assume sotto forma di tè, ma è diffuso anche il succo o il frutto disidratato, che assomiglia esteticamente all’uva sultanina: si dice che abbia un sapore piacevole una volta ben maturo. Da noi è ancora poco conosciuto, ma nelle mostre-mercato di giardinaggio, alcuni vivaisti intraprendenti hanno cominciato a proporre questo arbusto. Gli appassionati di piante e di benessere stanno così scoprendo che il Goji si può coltivare facilmente persino in un grosso vaso sul balcone.
Consuelo Monge, tecnico Cipat/Cia di Cuneo