Sezioni


Cia Cuneo: “La Regione Piemonte non autorizzi nuovi impianti di Barolo e Nebbiolo”


Il Barolo sta vivendo un periodo di buona salute. Il 2017 si chiuderà con una crescita nelle vendite del 7%, le giacenze sono al minimo e il vino sfuso ha raggiunto la soglia degli 8,5 euro al litro, mentre le uve dell’ultima vendemmia in Langa sono state vendute a 5 euro al chilo. E lo stesso si può dire del Barbaresco, con lo sfuso che ha superato i 5 euro al litro.

Sulla base di questi numeri, il Consorzio di tutela ha chiesto alla Regione Piemonte di aumentare per il 2018 la superficie di vigneto da coltivare a Nebbiolo da Barolo autorizzando 30 ettari di nuovi impianti (o di riconversioni), 10 in più di ciò che è stato concesso nel 2017. Per il Barbaresco, la richiesta è di crescere di 11 ettari, 4 in più rispetto a quelli autorizzati quest’anno.

Parlare di allargamento delle zone di produzione di grandi vini è sempre un tema delicato. Se poi i vini in questione sono il Barolo ed il Barbaresco, tra i più pregiati del mondo, che hanno nel legame con il territorio uno dei loro punti di forza assoluti, il tema diventa delicatissimo.

La richiesta del Consorzio di tutela ha portato la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori e alcuni produttori di Barolo dai nomi importanti, come Maria Teresa Mascarello ed Elio Altare, ad una levata di scudi.

“Non si può parlare solo di ettari in più o in meno, correndo dietro al mercato. La zona di riferimento è fragile e va governata in modo lungimirante. È incredibile che si vogliano aumentare gli ettari con un costo medio della bottiglia che rimane invariato. Dovremmo lavorare per aumentare la qualità del prodotto e alzare il prezzo bottiglia. Con questo atteggiamento andiamo nella direzione opposta, a discapito di chi oggi produce un prodotto di qualità”, dichiarano il vice presidente Cia Cuneo, Claudio Conterno, e il direttore Igor Varrone. Posizione, come detto, sposata appieno da Altare e Mascarello, associati Cia.

La Cia Cuneo propone una serie di modifiche: “Le nuove superfici a oggi richieste devono essere assegnate con riserva e in caso di crisi devono essere le prime a tornare Langhe Nebbiolo, garanzia per un mercato che ha passato un periodo di crisi non più di 7 anni fa. Le Vigne e le Menzioni dovrebbero avere una purezza del 95%. Per quanto riguarda le rese dei vari vigneti, l’ideale sarebbe fissare 80 quintali per ettaro per il Barolo, 75 quintali per le Menzioni e 72 quintali per le Vigne”.

E ancora: “E’ il momento di pensare nelle Langhe e nel Roero al “glifosate free”: ci piace immaginare il Barolo e il Barbaresco come esempi di alta viticoltura e come veicoli che stimolino tutto il comparto del Cuneese e del Piemonte. Senza un po’ di lungimiranza ci ritroveremo il prossimo anno a discutere se passare da 30 a 50 ettari da assegnare e l’anno dopo da 50 a 70 ettari: abbiamo già visto pochi anni fa com’è facile mettere in difficoltà delle denominazioni importanti. Quindi se il consorzio sceglie una strada dove c’è lungimiranza e strategia, allora si può anche valutare di aggiungere qualche ettaro ai bandi; altrimenti, secondo noi, è meglio lasciare la situazione attuale com’è”.