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Chi beneficierà della nuova Pac


“La riforma della Pac approvata nei giorni scorsi a Bruxelles speriamo rappresenti un concreto avanzamento nell’ottica della sburocratizzazione, del ricambio generazionale e del sostegno al reddito delle imprese agricole”.

A dirlo è Marco Speziali, presidente della Confederazione degli Agromeccanici e Agricoltori Italiani di Mantova, che auspica comunque che il dialogo per la Pac post-2020 non venga ora accantonato e, anzi, si concentri di più sulla crescita della redditività, la sostenibilità e i processi di innovazione per un rilancio dello sviluppo rurale nel suo complesso.

“Tutto ciò può avvenire se si mettono al centro le filiere e si assicura pari dignità a ciascun anello della catena agroalimentare”, prosegue Speziali.

Le conseguenze della semplificazione

La revisione di medio termine della Pac, rende noto Cai, prevede che le aziende che investono oltre il 75% della loro superficie a colture sommerse come il riso siano esentate dall’assoggettamento dei limiti fissati per la diversificazione colturale e la seconda coltura possa ricoprire fino al 75% della rimanente superficie aziendale.

“Tale provvedimento – calcola Confai Mantova – potrebbe portare a un incremento fino a un massimo del 15% delle superfici seminate a riso, che oggi ricopre una superficie di circa 238.000 ettari in Italia. Molto dipenderà tuttavia dall’andamento dei prezzi di mercato e, se non dovesse entrare in vigore l’etichettatura sull’origine del riso e i listini dovessero mantenersi del 50% più bassi rispetto a due anni fa per molte varietà risicole, è palesemente escluso l’interesse dei produttori e della filiera a incrementare le superfici”.

Nell’area padana potrebbe invece crescere la superficie coltivata a erba medica, nell’ordine del 10 per cento. Le aziende che investono oltre 75% della loro superficie in coltivazioni di leguminose e/o foraggere e quelle che lasciano a riposo oltre 75% della loro superficie sono presentate dagli obblighi del greening.

“Mentre potrebbe appunto aumentare l’estensione dei medicai – ipotizza Sandro Cappellini, direttore di Confai Mantova, che comunque si riserva di approfondire ulteriormente i documenti comunitari – è escluso l’incremento di set-aside, ormai recepito dal mondo agricolo come un ostacolo all’esigenza di produrre di più”.

Le opportunità per il contoterzismo

Il maggiore sostegno ai giovani, secondo la Confederazione degli Agromeccanici e Agricoltori Italiani, può portare un contributo nell’ottica dell’innovazione e dell’introduzione di tecnologie all’avanguardia, sempre più patrimonio delle imprese di meccanizzazione agricola, anche per i costi elevati dei mezzi.

“Ora è fondamentale che si dia corso al processo di apertura dei Programmi di sviluppo rurale alle imprese di meccanizzazione agricola, assecondando quel percorso di sostegno che la Commissione europea ha garantito, rispondendo recentemente a una petizione avanzata dall’irlandese Tom Murphy, per conto degli imprenditori agromeccanici professionali irlandesi. Dell’accesso ai fondi del Psr ne beneficerebbero circa 150.000 imprese in tutta Europa, che possono contare su oltre 600.000 addetti”.