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Cambiano i criteri per le assegnazioni di idoneità delle superfici vitate di Barolo e Barbaresco, si va verso il contenzioso


Quest’anno la Regione Piemonte ha deciso di modificare i criteri per le assegnazioni di idoneità delle superfici vitate delle denominazioni d’origine controllata e garantita Barolo e Barbaresco. In base ai nuovi parametri, le imprese che erano già in lista d’attesa da più anni non vedono riconosciuto il punteggio aggiuntivo che era loro attribuibile in precedenza.

CONFAGRICOLTURA

Confagricoltura, con le altre organizzazioni agricole e il Consorzio di tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, che gestisce le denominazioni, nelle settimane scorse aveva chiesto alla Regione di ripristinare le regole già adottate in precedenza. La Regione, con una nota diffusa oggi, ha comunicato che non verrà modificato il bando e che non verranno prese in considerazione le richieste della filiera.

“Prendiamo atto del pronunciamento della Regione, che ha deciso di non accogliere le richieste unitarie del mondo agricolo. In questo modo – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia –  non tenendo conto delle indicazioni delle organizzazioni maggiormente rappresentative della filiera, si penalizzano le imprese che da anni chiedono di investire nello sviluppo della vitivinicoltura. È una decisione che non condividiamo e che intendiamo contrastare, nell’interesse degli imprenditori agricoli che da anni investono nel territorio”.

COLDIRETTI

“Inaccettabile”. Questo è il giudizio di Coldiretti Cuneo sulla vicenda legata al bando per le idoneità delle denominazioni sottoposte a regolamentazione di Barolo, Barbaresco, Dogliani, Langhe Arneis.

Coldiretti Cuneo, insieme al Consorzio di Tutela, è immediatamente intervenuta nelle scorse settimane contro il bando regionale 2018 che “cambia le carte in tavola”, stabilendo nuove regole per poter rivendicare l’idoneità, annullando il diritto di beneficiare dei punteggi acquisiti dalle imprese che avevano partecipato senza successo ai bandi degli anni precedenti.

“Sono state cambiate le regole che le imprese conoscevano – afferma Coldiretti Cuneo – e annullati diritti che si ritenevano acquisiti. Questi produttori, a causa del cambio improvviso e non richiesto, subiscono un gravissimo danno economico, perdendo ogni possibilità futura di entrare in graduatoria, contrariamente agli intendimenti storicamente condivisi con il Consorzio di Tutela e l’intera filiera”.

“Sono state ripetutamente richieste le necessarie correzioni al bando, ma la Regione ha chiuso ad ogni cambiamento e quindi non resta altra via che quella del contenzioso per vedere tutelati i diritti dei produttori nel rispetto del Testo Unico della Vite e del Vino e delle regole dei piani di autogestione della potenzialità produttiva”.