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Cala l’uso degli agrofarmaci perchè aggiungere vincoli?


I dati pubblicati dall’Istat relativi all’agricoltura italiana, testimoniano un calo della quantità di fitosanitari utilizzati in agricoltura del 3,6% tra il 2001 e il 2011, con una riduzione dell’1% solo nel corso dell’ultimo anno.
Aldilà di sporadiche eccezioni, la diminuzione dell’impiego di agrofarmaci è estesa alla gran parte delle categorie di prodotti: quantità di principi attivi nei preparati ridotta dell’1,3%, meno insetticidi per il 2,1%, ancora, prodotti molto tossici e tossici –2,6%, erbicidi –14,4%.
Riscontri incoraggianti provengono dal contesto specifico piemontese, dove le ricerche condotte dall’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (IPLA), dimostrano l’ottima qualità dei prodotti della terra: tra il 2003 e il 2010 sono stati analizzati una totalità di 5000 campioni tra ortofrutticoli, acque irrigue, suolo, miele ecc. constatando che i prodotti con una quantità di residui chimici non idonei corrispondono, negli anni più vicini a noi, ad una percentuale inferiore allo 0,5% .
“L’accanimento nei confronti dell’agricoltura da parte di una normativa eccessivamente condizionata da mire di tipo ambientale rischiano di bloccare l’attività rurale a mezzo di vincoli illogici ed eccessivamente pesanti – osserva l’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto – così facendo si mina alla competitività delle nostre aziende e si rende ancor più delicata la situazione del settore. L’agricoltore è cosciente del suo ruolo anche in ottica ambientale, non ha bisogno di regolamenti soffocanti per comprendere il giusto equilibrio nell’utilizzo di sostanze fitosanitarie”.