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Bosco, come trasformare la destinazione d’uso


Un centinaio di persone tra amministratori pubblici, operatori e professionisti del settore forestale, rappresentanti dei carabinieri forestali e cittadini hanno partecipato all’interessante incontro formativo “Trasformazione del bosco e “non bosco”, organizzato, dalla Regione Piemonte, nella Sala Falco della Provincia di Cuneo.

L’approfondimento si è svolto dopo quello di Biella e ha preceduto le giornate in programma a Novara e Torino. Obiettivo? Consentire la piena conoscenza delle norme contenute nelle due Delibere approvate dalla Giunta Chiamparino: la prima del 23 gennaio 2017 che dettaglia i casi da non considerarsi bosco e definisce le modalità applicative; la seconda del 6 febbraio 2017 sulle disposizioni in materia di trasformazioni del bosco ad altra destinazione d’uso e i criteri per compensare l’intervento in seguito alle richieste di autorizzazione paesaggistica presentate a partire dal 1º marzo 2017.

A introdurre i lavori è stato l’assessore regionale alle Foreste, Alberto Valmaggia. “Quanto illustriamo oggi – ha detto – si inserisce in un disegno più complessivo per cercare di recuperare e gestire in modo corretto le aree forestali prevenendo il dissesto idrogeologico e consentendo, nei limiti imposti dalla normativa, di renderne più efficace il loro utilizzo dal punto di vista produttivo. Cioè tagliando il legno come materiale per sviluppare energia, ma anche per l’uso nell’edilizia e nell’industria dell’arredamento. Così da valorizzare questa immensa ricchezza delle nostre montagne e colline che, se abbandonata a se stessa, non genera economia”.

Quindi, ha sottolineato il lavoro portato avanti nell’ultimo periodo: “Un anno fa abbiamo firmato un accordo con le Regioni dell’arco alpino per semplificare il prelievo legnoso in ambito boschivo. Con il Regolamento forestale, entrato in vigore lo scorso gennaio, è stato chiarito cosa è un bosco e si spiega l’iter che i Comuni devono affrontare per rispettare le nuove norme. A febbraio ha iniziato a camminare il Piano Forestale Regionale 2017-2027, che guiderà le politiche del settore. Adesso diventerà operativo con i piani aziendali locali riguardanti l’intera filiera per ottenere una gestione organica e sostenibile”.

L’incontro è proseguito con gli interventi tecnici dei funzionari regionali Valerio Motta Fre ed Elisa Guiot, che hanno anche sottolineato la loro piena disponibilità a fornire chiarimenti sulle pratiche da effettuare.
Il Regolamento forestale, in applicazione della Legge del settore in vigore dal 2009, individua tra le porzioni di territorio ricoperte da vegetazione arborea e arbustiva quelle da non considerare bosco. Sono: i nuclei edificati invasi da piante e arbusti; le formazioni forestali di origine artificiale presenti su terreni agricoli a seguito dell’adesione a misure agro ambientali promosse nell’ambito delle politiche di sviluppo rurale dell’Unione Europea; i terrazzamenti che, in origine, erano coltivati come agricoli; i paesaggi agrari e pastorali di interesse storico oggetto di recupero a fini produttivi.

Molto interessante è la possibilità offerta, con nuove norme, dal 1º marzo 2017, agli attori pubblici e privati, di trasformare la superficie di bosco di loro proprietà in un’altra destinazione d’uso: cioè eliminare la vegetazione dal suolo esistente e utilizzare quest’ultimo con un obiettivo diverso da quello forestale. Naturalmente solo dopo aver ottenuto l’autorizzazione paesaggistica, l’idrogeologica (se il terreno è vincolato) e l’ambientale (se il terreno è nella rete Natura 2000).

Ma per effettuare l’intervento occorre pagare, salvo alcune deroghe, una compensazione. Scegliendo tra due strade. Una è monetaria, con il versamento “cash” dell’importo conteggiato. L’altra è fisica, cioè, sempre tenendo conto dello stesso importo considerato, effettuare il rimboschimento o il miglioramento boschivo, usando specie autoctone locali, di quelle zone definite dalla Direzione Foreste della Regione su indicazione di Comuni, Unioni di Comuni, Province e Città Metropolitana di Torino.

Se non esistono proposte è l’attuatore dell’intervento a individuare l’area. La base di calcolo economico della compensazione è di 15.000 euro all’ettaro da moltiplicare, poi, per il valore di alcuni parametri. Il percorso dell’intervento, però, è possibile solo se il suolo da trasformare è superiore a un ettaro.

Per ulteriori informazioni e per scaricare i moduli delle domande sono attivi i link http://www.regione.piemonte.it/foreste/it/1133-trasformazione-del-bosco-e-incontri-informativi-2.html
http://www.regione.piemonte.it/foreste/it/modulistica.html