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Biologico, il Testo Unico approda in Parlamento


“Oggi 18 aprile il testo unico del biologico arriva nell’Aula di Montecitorio, e a breve il nostro paese avrà un provvedimento organico per un settore in continua crescita”.
Lo annuncia il deputato Pd Massimo Fiorio, primo firmatario della proposta di legge “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico”.

“In Italia ci sono oltre 60.000 aziende per una superficie coltivata di 1,5 milioni di ettari, pari al 12% delle colture nazionali totali. Ma nonostante questi dati rilevanti ed un trend incoraggiante – conclude Massimo Fiorio – il nostro Paese importa ancora notevoli quantità di prodotti biologici. Con questa legge, che ne riconosce il valore economico e sociale prevedendo incentivi per le organizzazioni interprofessionali e le intese di filiera, vogliamo portare il mercato nazionale ai livelli di Germania e Francia”.

Il “bio” non è più una nicchia, è uscito definitamente dalle “mode” ed è diventato una vera abitudine di spesa. Contemporaneamente, sia in Italia, sia nel mondo sono cresciute le frodi e le truffe riguardanti il biologico, compiute da organizzazioni, talvolta criminali, alla ricerca di facili guadagni. Si tratta di vicende gravi che rischiano di minare la fiducia dei consumatori nei confronti del biologico.

Per arginare truffe e frodi é necessaria una legislazione più efficace e va rivisto in particolare il sistema dei controlli che non sempre ha dimostrato di funzionare. La maggior parte degli Enti certificatori è attrezzata ed agisce correttamente, ma non è un caso che quasi tutti gli scandali riguardanti il bio siano stati scoperti dalla Guardia di Finanza, dai Nas, dall’Ispettorato per la repressione delle Frodi, e quasi mai dagli Enti certificatori.

C’è poi il problema dell’import di prodotti biologici dai Paesi Ue e da Paesi terzi.

Ci sono Paesi Ue nei quali i controlli sono decisamente carenti, ma le merci prodotte in questi Paesi possono circolare liberamente in Europa senza alcuna ulteriore verifica, perché i controlli effettuati in quei Paesi vanno presi per buoni. Ed è forte il sospetto che certi Paesi Ue si prestino anche a triangolazioni… esotiche.

Per quanto riguarda i Paesi terzi, va rivisto e ridefinito il regime di equivalenza, introdotto nella regolamentazione comunitaria, Le certificazioni dei prodotti biologici importati dai Paesi in regime di equivalenza sono effettuate da organismi di controllo del posto che sfuggono al controllo dell’Ente europeo per l’accreditamento, a cui sono sottoposti invece quelli europei ed italiani.

Il mondo del biologico deve darsi una regolata e trovare gli anticorpi necessari, altrimenti i tanti produttori seri che compongono questo mondo rischiano di vedere il loro lavoro vanificato da chi si è infiltrato nel mondo del biologico soltanto per speculare.

(Fonte: Cia Piemonte)