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Agrinsieme preoccupata per l’esito elettorale


L’Italia avrebbe bisogno di un governo autorevole, sostenuto da una maggioranza stabile e omogenea, per far fronte al momento difficile della nostra economia, che sta crollando sotto i colpi della recessione. Il verdetto elettorale ci ha consegnato invece un Paese a rischio di ingovernabilità. Uscire dall’impasse non sarà facile.
A noi non compete di suggerire soluzioni politico-istituzionali, ma sentiamo il dovere di richiamare con forza l’attenzione delle nuove e vecchie forze politiche che siederanno in Parlamento sui problemi concreti che attanagliano il Paese e di far presente la difficile situazione delle imprese agricole i cui margini di redditività, negli ultimi anni, si sono molto assottigliati.
Il coordinamento di Agrinsieme ha predisposto un documento di richieste e di rivendicazioni per rilanciare il settore agricolo che sottoporrà, quando ce ne sarà l’occasione, a tutte le forze politiche.
Tra le prime richieste c’è quella della istituzione di un Ministero per lo Sviluppo dell’Agricoltura e dell’Agroalimentare, che si occupi dell’agroalimentare nel suo complesso e proponga e gestisca politiche attive per lo sviluppo del settore.
Agrinsieme evidenzia inoltre l’esigenza di una svolta nella politica agricola in Italia, per favorire la crescita e la competitività delle imprese. L’agricoltura, se adeguatamente sostenuta, può svolgere un ruolo importante non solo per la ripresa economica del Paese, ma anche per la tutela del territorio, per la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio e per il turismo.
Il reddito degli agricoltori italiani in questi ultimi anni è calato, nel disinteresse delle Istituzioni e della loro inefficienza. Per restituire all’agricoltura un ruolo centrale nel processo di sviluppo, è indispensabile ridurre l’eccessivo carico di imposte, tasse, accise ed oneri contributivi attualmente gravanti sul settore, che rischiano di pregiudicare la vitalità di tantissime imprese, con effetti negativi anche sul piano occupazionale.
Un problema da risolvere immediatamente è quello della restituzione della quota di Imu pagata in eccesso dalle aziende agricole rispetto a quanto concordato con il precedente Governo. Altro problema da affrontare con urgenza è quello della complicazione burocratica, che è una delle prime cause dello svantaggio competitivo delle nostre imprese.
Ci sono poi questioni strategiche per lo sviluppo del settore primario che sono da troppo tempo in attesa di una soluzione. Ad esempio la questione del consumo del suolo, messa sul tavolo a fine legislatura dal precedente Governo, che è sperabile venga ripreso in mano al più presto.
Altri temi importanti sono la sicurezza alimentare, la qualità dei prodotti, la loro identità, la territorialità, la difesa del made in Italy dalla contraffazione, l’accesso al credito, la regolamentazione della filiera agroalimentare, l’internazionalizzazione dei mercati, gli investimenti in ricerca ed innovazione.
Molto del futuro del settore agricolo nazionale dipende poi dall’esito del negoziato Ue sulla riforma della Pac. Preoccupa l’assenza di un Governo nel pieno delle sue funzioni che possa vigilare sul futuro corso del negoziato. La situazione di sostanziale ingovernabilità rischia di porre il nostro Paese ai margini delle decisioni che contano.
Da uomini dell’agricoltura ci auguriamo che le forze politiche trovino il modo di accordarsi per proseguire nella fase di risanamento del Paese appena cominciata e per far ripartire il motore dello sviluppo del Paese, in un contesto di giustizia sociale, valorizzando pienamente il settore agricolo.