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Agea chiede i rimborsi. Adialpi (margari): “Paghi chi ha sbagliato i conti, non noi”


È arrivata tramite Pec una lettera indirizzata a tutte le aziende che nel 2015 hanno avuto accesso alla Dar (titoli da riserva nazionale) in cui viene comunicato l’avvio del procedimento di recupero delle somme pagate in eccesso, in quanto il premio spettante, al termine di numerose circolari Agea e adeguamenti sul valore dei titoli e del Greening,  è stato aggiornato e gli importi risultano inferiori rispetto a quelli precedentemente assegnati.

Le riduzioni, più o meno consistenti in base all’ammontare del premio e alle dimensioni dell’azienda interessata, coinvolgono centinaia di margari che hanno prima visto assegnare un valore unitario ai propri titoli di 228,76 €/ha (più greening) per poi subire una riduzione del 27,5%.

Tale riduzione si trascinerà ovviamente fino al 2020, nella speranza che non vengano fatti altri tagli.

Sugli importi già pagati alle aziende per le campagne 2015 e 2016, viene richiesta la restituzione mediante bonifico bancario intestato ad Arpea oppure lo stesso ente pagatore provvederà alla compensazione delle somme da recuperare con pagamenti futuri spettanti al debitore.

Vi è la possibilità di contestare tale procedimento mediante il ricorso (da effettuare entro 30 giorni dalla data di ricevimento della Pec) ma le speranze di un buon esito sono molto basse: i soldi non ci sono e il recupero è inevitabile.

“Com’è possibile – domanda il presidente di Adialpi (Associazione difesa alpeggi Piemonte), Giovanni Dalmasso – che Agea commetta degli errori simili? Ha assegnato i titoli nel 2015 per poi accorgersi che le disponibilità finanziarie della riserva nazionale non erano sufficienti per tutti? Si tratta di semplici errori di calcolo a nostro avviso inconcepibili e che ora stanno mettendo in difficoltà molte aziende. Chiedere la restituzione dei premi significa stravolgere i bilanci aziendali in quanto questi soldi sono già stati perlopiù spesi e il recupero sui pagamenti della campagna 2017 significa privare i beneficiari di una delle principali entrate”.

I dirigenti di Agea che hanno sbagliato questi calcoli, si devono dimettere; spero che anche gli altri sindacati e organizzazioni agricole siano d’accordo: non possiamo sempre essere noi a pagare gli errori degli altri.

Se sbagliamo nell’impostazione della domanda Pac, ad esempio sulle tare dei terreni, ci chiedono indietro i soldi; se sbagliano loro nel calcolo dei titoli, ci chiedono nuovamente indietro i soldi. In pratica, il margaro ci perde sempre, sia che abbia torto, sia che abbia tutte le ragioni come in questo caso”.