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Accordo Ceta, la mappa dei favorevoli e contrari


L’accordo commerciale Ceta tra Unione europea e Canada divide il mondo agroalimentare italiano, che registra posizioni diverse e molto frammentate.
Ecco la mappa di chi è a favore e chi è contro, con le rispettive motivazioni.

PERCHE’ SIAMO CONTRO L’ACCORDO

RAZZA BOVINA PIEMONTESE IGP

«Il Ceta (trattato di libero scambio con il Canada) va fermato – sostiene Carlo Gabetti presidente del Consorzio di Tutela della Razza Piemontese, che ha appena ottenuto il riconoscimento IGP “Vitelloni Piemontesi della coscia”.
Va fermato perché apre le porte alle imitazioni dei prodotti Made in Italy più rappresentativi e ad una concorrenza che potrebbe avvantaggiarsi di normative sulla produzione completamente differenti che implicano costi molto inferiori. Il mondo della carne è molto complesso e l’uso degli ormoni, vietato in Italia ma non in Canada, fa si che la carne canadese non debba essere importata e fare una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori».
La carne dei Vitelloni Piemontesi della coscia, ottenuta dalla famosissima Razza Piemontese, è un prodotto di eccellenza dell’Italia, allevato in aziende medio piccole a conduzione familiare che utilizzano, mantenendolo, il territorio del Piemonte per le produzioni foraggere.
Gabetti conclude: «Non possiamo pensare di confondere il consumatore con produzioni di carni canadesi così lontane dalla cultura della tradizione e della qualità della carne dei bovini di Razza Piemontese. Continueremo ad opporci con convinzione, mettendo in essere tutte le azioni necessarie per bloccare l’approvazione del trattato che penalizzerebbe l’agricoltura di qualità, mortificando le eccellenze del nostro territorio».

NOCCIOLA PIEMONTE IGP

«Il trattato di libero scambio con il Canada va fermato – sostiene Sergio Lasagna presidente Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione della Nocciola Piemonte Igp – perché apre le porte alle imitazioni dei prodotti Made in Italy più rappresentativi. La Nocciola Piemonte Igp è tra questi. In base al disciplinare la Nocciola Piemonte Igp può essere prodotta in buona parte del territorio piemontese e attualmente oltre alla metà della produzione totale viene certificata e riconosciuta dal consumatore con questa qualifica europea. Non possiamo permettere – conclude Lasagna – che la Nocciola Piemonte Igp possa essere imitata: è unica, appunto, perché coltivata in Piemonte. Continueremo, dunque, con tutte le azioni necessarie per bloccare l’approvazione del trattato che penalizzerebbe l’agricoltura di qualità, mortificando le eccellenze del nostro territorio».

PROSCIUTTO CRUDO DI CUNEO DOP

«Il trattato di libero scambio con il Canada (CETA), in approvazione presso il Parlamento italiano, deve essere modificato in quanto dimentica il Prosciutto Crudo di Cuneo – dichiara Chiara Astesana presidente del Consorzio di Tutela e Promozione del Crudo di Cuneo. Infatti l’accordo prevede la tutela di alcune denominazioni di origine e ne dimentica molte altre, tra le quali il Crudo di Cuneo DOP. Il prosciutto Crudo di Cuneo potrebbe essere infatti prodotto e commercializzato in Canada senza alcuna vigilanza in loco. Tale condizione è inaccettabile».
L’area di produzione del prosciutto Crudo di Cuneo si estende alle province di Cuneo e Asti e a 54 Comuni della provincia di Torino e al momento sono oltre sessanta gli allevamenti inclusi nel sistema dei controlli, quindi produttori dei maiali pesanti adatti alla produzione del pregiato prosciutto.
Conclude la presidente Chiara Astesana: «Riteniamo ingiusto che l’accordo preveda la tutela per alcune Denominazione di Origine e ne dimentichi altre, se pur meno note al mercato internazionale. Si chiede pertanto che l’accordo venga modificato e completato includendo la protezione del prosciutto Crudo di Cuneo».

CASTAGNA CUNEO IGP

«Il trattato di libero scambio con il Canada va fermato – sostiene Vanni Nasi presidente Consorzio di Valorizzazione e Tutela della Castagna Cuneo Igp – perché apre le porte alle imitazioni dei prodotti Made in Italy più rappresentativi. La Castagna Cuneo Igp è tra questi. La presunzione canadese di chiamare con lo stesso nome prodotti del tutto diversi è inaccettabile perché si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori».
In Piemonte la castagna rappresenta un’importante realtà produttiva proveniente principalmente da areali montani e pedemontani che caratterizzano il nostro territorio. Si tratta di un produzione che ha anche una forte valenza sociale, essendo una preziosa fonte di reddito per molte aziende che si trovano in aree marginali. E che dopo anni molto difficili, sta progressivamente dando segnali positivi di crescita.
Nasi conclude: «Non possiamo pensare di sradicare un prodotto così fortemente legato al nostro territorio e credere che le stesse castagne cuneesi possano provenire dal Canada. Continueremo, dunque, con tutte le azioni necessarie per bloccare l’approvazione del trattato che penalizzerebbe l’agricoltura di qualità, mortificando le eccellenze del nostro territorio».

FORMAGGIO CASTELMAGNO DOP

«Il trattato di libero scambio con il Canada va fermato – sostiene Evanzio Fiandino vice presidente Consorzio per la Tutela Formaggio Castelmagno Dop – perché apre le porte alle imitazioni dei prodotti Made in Italy più rappresentativi. Il Castelmagno Dop è tra questi. La presunzione canadese di chiamare con lo stesso nome prodotti del tutto diversi è inaccettabile perché si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori».
Il Castelmagno è il re dei formaggi italiani, il più prestigioso delle DOP riconosciute a livello nazionale ed esportato in molti paesi del mondo. Anche l’arte culinaria nel corso dei decenni ha apprezzato le qualità organolettiche del Castelmagno Dop, come una eccellenza nella preparazione di importanti piatti della tradizione piemontese.
Fiandino conclude: «Non possiamo pensare che un formaggio così fortemente legato al nostro territorio possa rischiare di essere prodotto lontano dai luoghi di origine. Continueremo, dunque, con tutte le azioni necessarie per bloccare l’approvazione del trattato che penalizzerebbe l’agricoltura di qualità, mortificando le eccellenze del nostro territorio».

FAGIOLO DI CUNEO

«Il trattato di libero scambio con il Canada va fermato – sostiene Aldo Marchisio presidente del Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione del Fagiolo di Cuneo – perché apre le porte alle imitazioni dei prodotti Made in Italy più rappresentativi. Il Fagiolo di Cuneo Igp è tra questi. La presunzione canadese di chiamare con lo stesso nome prodotti del tutto diversi è inaccettabile perché si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori».
Il fagiolo venne introdotto nell’areale cuneese agli inizi del 1800, la diffusione della coltura fu notevole specie nei dintorni di alcuni centri quali Centallo, Caraglio, dove atti comunali di fine ‘800 ne testimoniano la coltivazione e la vendita presso mercati. Oggi il Fagiolo di Cuneo Igp viene coltivato prevalentemente nei fondovalle e nella fascia pianeggiante a ridosso delle catena alpina. In questo ambiente, caratterizzato da un clima fresco e da una forte escursione termica tra giorno e notte, il fagiolo ha trovato il suo habitat naturale garantendo buone rese produttive e un prodotto di ottima qualità.
«Non possiamo pensare di sradicare un prodotto così fortemente legato al nostro territorio, come dimostrano anche questi dati storici e credere che lo stesso fagiolo possa provenire dal Canada. Continueremo, dunque, con tutte le azioni necessarie per bloccare l’approvazione del trattato che penalizzerebbe l’agricoltura di qualità, mortificando le eccellenze del nostro territorio», conclude così Aldo Marchisio.

FORMAGGIO MURAZZANO DOP

«Il trattato di libero scambio con il Canada va fermato – sostiene Claudio Adami presidente Consorzio di Tutela Formaggio Murazzano Dop – perché apre le porte alle imitazioni dei prodotti Made in Italy più rappresentativi. Il Murazzano Dop è tra questi. La presunzione canadese di chiamare con lo stesso nome prodotti del tutto diversi è inaccettabile perché si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori».
Il Murazzano DOP è prodotto e stagionato in circa 50 Comuni dell’Alta Langa cuneese. E’ un formaggio a pasta fresca prodotto utilizzando latte ovino, in purezza oppure in percentuale non inferiore al 60%, proveniente principalmente dalla razza autoctona Pecora delle Langhe.
Adami conclude: «Non possiamo pensare di sradicare un prodotto così fortemente legato al nostro territorio e credere che lo stesso formaggio possa essere preparato in Canada. Continueremo, dunque, con tutte le azioni necessarie per bloccare l’approvazione del trattato che penalizzerebbe l’agricoltura di qualità, mortificando le eccellenze del nostro territorio».

PERCHE’ SIAMO A FAVORE DELL’ACCORDO

PROSCIUTTO DI PARMA

Il mondo dei Consorzi di tutela Dop e Igp plaude all’accordo Ceta, perché salvaguarda le produzioni agroalimentari, prevedendo la piena protezione di circa 172 Indicazioni Geografiche europee, di cui 41 italiane.
«E un risultato storico per il Prosciutto di Parma che prenderà finalmente possesso del proprio nome in Canada», dichiara Stefano Fanti, direttore del Consorzio, nel precisare che l’intesa prevede la coesistenza della denominazione ‘Prosciutto di Parma’ e del marchio ‘Parma’ attualmente detenuto dalla società canadese Maple Leaf. Da oltre 20 anni il Prosciutto di Parma era venduto come ‘The Original Prosciutto-Le Jambon Original’, mentre esiste un prosciutto crudo canadese venduto regolarmente con il marchio registrato ‘Parma’ che impediva al Consorzio di utilizzare il suo nome.

ACETO BALSAMICO IGP

Soddisfatto anche il Consorzio di Tutela dell’Aceto balsamico Igp. «L’accordo ci fornisce uno strumento di tutela sul mercato canadese che altrimenti non avremmo – spiega il presidente Mariangela Grosoli – la registrazione della nostra Igp all’interno dell’elenco riconosciuto, infatti, amplia notevolmente il nostro campo di azioni; quando sarà possibile comunicare con più chiarezza ai consumatori locali la differenza tra il nostro prodotto e le tante imitazioni, siamo certi di poter assistere a una crescita ulteriore della quota di mercato».

CONSORZIO GORGONZOLA DOP

«E’ un grande risultato per le nostre Indicazioni geografiche – afferma Fabio Leonardi, vice presidente del Consorzio Gorgonzola Dop – per il nostro formaggio, ma anche per Asiago e Fontina l’accordo sancisce che dovrà essere evidente al consumatore finale l’indicazione della vera origine del prodotto e quello imitato, eliminando richiami alla finta italianità».
Leonardi aggiunge che “l’intesa prevede la protezione assoluta per il Grana Padano, Parmigiano e altri formaggi”.

ASSOCIAZIONE CONSORZI INDICAZIONI GEOGRAFICHE

L’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche AICIG conferma il proprio appoggio all’accordo commerciale ed economico globale CETA. A farsi portavoce di siffatto messaggio è il presidente di AICIG Cesare Baldrighi, il quale ci tiene a precisare che “l’Associazione rappresentativa di oltre il 90% delle produzioni italiane tutelate, esprime una valutazione tutto sommato positiva sull’accordo CETA raggiunto con il Canada che, essendo un paese di diritto anglosassone basato quindi sul sistema del marchio d’impresa, non riconosceva in precedenza nessuna tutela ai prodotti a denominazioni di origine. Il fatto che un paese nord americano riconosca il principio delle Indicazioni Geografiche e del loro valore pubblico, apre un varco al duro fronte USA che si oppone a tale principio”.

CONSORZIO VOLONTARI TUTELA DENOMINAZIONE VINI

Dello stesso avviso è Ricci Curbastro, presidente di Federdoc – Confederazione nazionale dei Consorzi Volontari per la Tutela delle Denominazioni dei Vini Italiani – che afferma: «L’accordo CETA è un buon punto di partenza per il riconoscimento delle Indicazioni Geografiche in un Paese, come il Canada, che fino ad oggi ha concepito unicamente il sistema dei marchi. Abbiamo accolto con favore la volontà della Commissione Europea di offrire una corretta e completa informazione sulle qualità e caratteristiche dei nostri prodotti ai consumatori canadesi attraverso il Comitato CETA istituito dall’Accordo. Confidiamo che l’elenco delle IG protette possa crescere nei prossimi anni».