Sezioni


A Grinzane Cavour il corso di ingegneria naturalistica


Prevenire le grandi emergenze causate dal maltempo sul territorio, imparando anche a gestire le piccole emergenze come le frane minori, così da evitare nel tempo danni peggiori.
“Da questa premessa – spiega Roberto Gagna, presidente del Coordinamento provinciale volontari di Protezione civile di Cuneo e vice presidente regionale – è nato il primo corso di formazione per volontari, sindaci e tecnici al fine formare risorse umane in grado di effettuare autonomamente e tempestivamente interventi di consolidamento e messa in sicurezza. La scelta di utilizzare tecniche di ingegneria naturalistica vuole sottolineare la nostra attenzione verso il pieno rispetto dell’ambiente”.
Il corso, organizzato dal Coordinamento provinciale volontari di Protezione civile di Cuneo, dallo Studio Sintesi di Torino e dalla Inpg di Stresa, si è svolto in tre giornate: una di teoria presso il presidio di Protezione Civile di Fossano e due di pratica sul territorio comunale di Grinzane Cavour, noto per i casi di dissesto idrogeologico.
“In un momento di difficoltà economica gestionale dei Comuni e delle Province – dice la presidente Gianna Gancia -, è necessario e possibile, grazie alle procedure semplificate previste per la protezione civile, intervenire direttamente sul territorio per la sua messa in sicurezza. Siamo tra i primi in Italia, tra i gruppi di protezione civile che hanno frequentato i corsi di specializzazione, ad agire in modo concreto e questo ci gratifica”.
Divisi in due gruppi, i 20 volontari provenienti dalle squadre di Canale, Castagnito, Castiglione Falletto, Grinzane Cavour, La Morra, Rodello, Roddi, Treiso e Verduno, insieme ad una rappresentanza della logistica di Fossano che ha fornito e gestito le attrezzature, hanno operato su una frana, come in una vera e propria esercitazione di protezione civile. A seguire progettazione e svolgimento dei lavori c’erano l’architetto Gianfranco Messina, disaster manager esperto in protezione civile dello studio Inpg di Stresa, Stefano Assone agronomo ed esperto in interventi di ingegneria naturalistica dello Studio Sintesi di Torino e gli istruttori forestali Paolo Aimo ed Enrico Cravero. Presenti nelle due giornate di pratica anche i volontari dell’Unità Medico Infermieristica (Umi) e gli operatori radio Tlc.
Sul cantiere sono intervenuti anche gli assessori della Provincia Stefano Isaia (Protezione civile) e Giuseppe Rossetto (Viabilità).
“Voglio ringraziare tutti i volontari del Coordinamento provinciale di Protezione civile – ha detto Isaia – e in particolare il loro presidente Roberto Gagna, perchè hanno compreso l’importanza di gestire anche le piccole emergenze come le frane minori utilizzando al meglio le loro professionalità ed applicando tecniche d’avanguardia rispettose dell’ambiente, per evitare danni ingenti. Si tratta di un modo moderno e nuovo di interpretare il ruolo della protezione civile che interviene non solo nelle grandi calamità, ma anche nella fase intermedia di prevenzione e che permette di accrescere la professionalità dei volontari in vista di un utilizzo sempre più appropriato anche nei periodi lontani dalle emergenze. Ci auguriamo presto nuovi corsi in altre aree critiche della provincia per dare inizio ad un’attività capillare operativa”.
“L’iniziativa è molto importante proprio per l’ampiezza che potrà sviluppare in altre parti della provincia – ha aggiunto Rossetto – riguardo a tutta quella parte di lavori minini, che un po’ per carenza di risorse e un po’ per problemi burocratici, faranno sempre più fatica a decollare. Questi interventi si possono fare con risorse contenute e in collaborazione tra Provincia, Comuni e privati, con procedeure veloci non essendo soggetti alla progettazione preliminare, definitiva, esecutiva ed agli affidamenti ordinari. I piccoli interventi (la più parte in prevenzione, alcuni in situazione di emergenza), hanno un altro grosso pregio se realizzati: evitare che piccole frane si aggravino per le difficoltà manutentive della Provincia, evitando di attivare vere e proprie procedure come avviene per i grossi lavori. Penso, infine, che si possano anche creare in tal modo nuove filiere di lavoro e occupazione per la fornitura delle materie prime trasformate, ad esempio nel recupero del patrimonio boschivo e conseguente buona manutenzione dello stesso”.