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Salta ancora l’accordo sul Glifosato, ma l’Europa potrebbe decidere da sola


“Occorre bloccare l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con il glifosato  in via preventiva ed in attesa della decisione dell’Unione Europea in merito”, commentano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale dopo che gli Stati membri non hanno trovato l’accordo sulla proposta di rinnovo dell’autorizzazione dell’erbicida per cinque anni.

Quattordici paesi hanno votato a favore, nove, tra cui l’Italia, contro e cinque, tra cui la Germania, si sono astenuti.

La Commissione europea intende portare la proposta in comitato d’appello, prime date utili il 27 o il 28 novembre. Se anche in quell’occasione non dovesse esserci la maggioranza qualificata, le regole prevedono che Bruxelles possa adottare la proposta senza l’ok dei paesi.

Il Piano di azione nazionale rende il glifosato inutilizzabile, ad esempio, nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie. Così, in pratica, mentre nel nostro Paese il glifosato può essere adoperato solo come erbicida e molti prodotti che lo contenevano sono stati tolti dal commercio, all’estero viene utilizzato in modo molto più ampio, con il concreto rischio che possa causare un accumulo di residuo negli alimenti.

“A rischio c’è la salute dei consumatori: è inaccettabile che al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura si utilizzi una sostanza dannosa – proseguono Revelli e Rivarossa –; per questo continuiamo a mantenere alta la guardia anche sulla ratifica dell’accordo Ceta  che prevede l’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato e consentirebbe l’ingresso di grano trattato con il glifosato nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato. Proseguiamo, quindi, nella nostra regione questa battaglia anche di civiltà a tutela dei consumatori, della biodiversità, del lavoro degli imprenditori agricoli e dell’economia del territorio”.